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10/8/2005 Arbore: «Cara Napoli, non ti riconosco più» - .


Scozzafava-Corriere del Mezzogiorno del 31/07/2005

Napoli - Renzo Arbore ritira il premio Charlot a Paestum e si lascia andare ad un’amara riflessione su Napoli, la sua terra di adozione, di cui è anche cittadino onorario. Dice: «Non la riconosco più. È diventata una città troppo violenta, disordinata, sporca, ingovernabile. Non passa giorno che non finisca alla ribalta della cronaca per fatti criminali. Bisogna trovare la forza per invertire la rotta. È inutile nascondersi dietro un dito e far finta di nulla». Arbore è amareggiato, si immalinconisce quando pensa che «Napoli fa passi indietro proprio nel momento in cui tutte le altre città d’Italia si attrezzano per diventare più vivibili». E aggiunge: «Siamo lontani da quel rinascimento che qualche anno fa restituì a Napoli la sua dignità». Infine, un appello rivolto alla sindaca Iervolino: «Troviamo la forza per risollevarci ».

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Il mattino di Napoli 01/08/05

Napoli decaduta l’accusa di Arbore scuote la città

Fanno discutere le amare riflessioni di Renzo Arbore sulla «decadenza di Napoli». In molti condividono la diagnosi negativa dell’artista sull’attuale fase vissuta dalla città. Per Roberto De Simone «il declino viene da lontano, dalla vittoria in città della borghesia mediocre». Per il fisolofo Biagio de Giovanni, «la città è sempre più cattiva, meno solidale, in crisi di idee». Voce fuori dal coro Luciano De Crescenzo, scrittore e storico amico di Arbore. Trova l’amico «troppo pessimista» e dice deciso: «Napoli è quella di sempre. È sempre uguale, è sempre stata così. Con i suoi difetti e piena di brava gente. È esplosa la criminalità? Io sono ingegnere, per formazione non ragiono sulle sensazioni, ma sui numeri. Il mio suggerimento? Confrontate i dati sulla criminalità d’oggi con quelli di ieri. Avreste delle sorprese».