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17/2/2006 Napoli - costi dell’illegalità .


Mentre ci si adombra perché una trasmissione televisiva ha mostrato le immagini di una Napoli degradata e si reagisce in modo irritato nei confronti di scritti denigratori, capita che vengano resi noti i risultati di un’indagine svolta per iniziativa del Comune con il Comieco, Legambiente Campania e l'Asìa. Il «Quinto rapporto sul senso civico», realizzato dall'Istituto Ipsos di Milano, ha valutato l'entità della spesa per ovviare ai danni degli atti vandalici verificatisi nella città di Napoli: una spesa di ben 2.590.000 euro per i 6.815 episodi distruttivi registrati nel corso del 2005. A soffrirne sono per il maggior numero strutture di igiene pubblica come i contenitori della raccolta dei rifiuti.

Ma non sono da meno cabine telefoniche, arredo urbano, segnaletica stradale e altri impianti di uso corrente. Particolare accanimento si riscontra nei trasporti e nelle scuole. Proprio a proposito delle scuole il rapporto riferisce di molti veri e propri raid distruttivi che hanno avuto come obiettivo laboratori artistici, aule informatiche e locali di servizio. Dati e risultati che inducono a tristi riflessioni, esiti dell'indagine effettuata dall'Osservatorio Nazionale Permanente sul Senso Civico, che da quest'anno avrà la sua sede ufficiale proprio a Napoli. Il sondaggio, che misura l'indice di impegno sociale e civile, conferma come gli italiani siano sempre più individualisti a causa della loro diffidenza nel rapporto con gli altri, della diffusa perdita di senso di appartenenza della cosa pubblica e della mancanza di punti di riferimento nelle istituzioni «alte», fatta eccezione (lo rivela la stessa indagine dell'Ipsos) del Presidente Ciampi. Di fronte al deplorevole fenomeno del vandalismo urbano che dilaga in tutte le metropoli, sintomo della disaffezione sempre più marcata dei giovani (e non solo) nei confronti della società, non sono pochi quelli portati a considerarlo come un male inevitabile della città e quindi tale da non richiedere provvedimenti mirati da parte delle amministrazioni comunali. Un siffatto atteggiamento costituisce, però, una resa inammissibile all'illegalità con tristi conseguenze sulla città e sulla sua vivibilità. Se oggi i vandali non hanno remore nell'imbrattare muri, incendiare cassonetti o danneggiare elementi di arredo nonostante le multe previste, sarebbe immaginabile quanto potrebbero fare se venisse meno ogni idea di sanzione. Gli episodi di vandalismo nelle scuole sono particolarmente sconcertanti per la natura stessa del luogo dove l'insegnamento dovrebbe portare naturalmente a scongiurare fenomeni del genere. Per i presidi alle prese con regole e sicurezza un esempio valido, chissà, potrebbe essere quello che arriva dalla Francia, dove è stata definita la responsabilità oggettiva delle famiglie in caso di violenza a scuola. Il primo ministro, Dominique de Villepin, ha spiegato che è allo studio del Governo il «contratto di responsabilità parentale», un documento che i genitori dovranno firmare impegnandosi a far sì che i figli frequentino le lezioni e si comportino correttamente. È però evidente quanto sia necessario e utile da un lato ricercare metodi e modalità che tentino di contrastare questi fenomeni di vandalismo, dall'altro investire denaro e impegno in campagne di promozione e di educazione civica: un impegno che i prossimi amministratori di questa città dovrebbero fin d'ora assumere nei propri programmi, rendendo davvero concreta l'affermazione pronunciata proprio ieri dal sindaco Iervolino alla presentazione e illustrazione dei risultati del sondaggio: «Il senso civico è una leva importante per rendere pienamente vivibili le nostre città. Accrescere e rafforzare la cultura civica è una priorità per le Amministrazioni ma è anche un impegno quotidiano per tutti i cittadini». Il Mattino - Raffaele Aragona