Torna Indietro Stampa
20/3/2006 Patente, in arrivo gli esami con il computer .
Esami per la patente: novità in arrivo. Ce le spiega Pino Russo, segretario nazionale Autoscuole della Confedertaai (Confederazione titolari autoscuole e agenzie d’Italia). Un'intervista con otto risposte interessantissime.
1) Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta mettendo a punto i nuovi quiz per il conseguimento della patente di guida: può darci qualche anticipazione?
1) “Siamo in una fase finale di stesura e verifica del lavoro che va ormai avanti da circa un anno e mezzo: probabilmente i nuovi quiz verranno introdotti all’inizio del 2007. Saranno quesiti molto più comprensibili di quelli attuali. Tutti, indipendentemente dal livello di istruzione, capiranno quel che leggono. Oggi, succede che molti ragazzi, pur frequentando i corsi, non capiscano il significato di un termine o di una frase. Abbiamo eliminato le doppie negazioni o le domande e le risposte troppo lunghe, i famosi ‘trabocchetti’. Attenzione, i quiz non saranno più facili. Anzi. Abbiamo inserito concetti sulla sicurezza stradale molto importanti ai fini educativi: ci saranno argomenti nuovi come la distanza si sicurezza, lo spazio di frenata, il rispetto per gli utenti deboli, per esempio pedoni e ciclisti. Probabilmente verrà anche aumentato il numero totale dei quesiti e ogni quiz avrà un peso diverso: non si può dare la stessa importanza a tutte le domande. Ritengo ingiusto promuovere un candidato se non conosce un segnale fondamentale come lo Stop o non conosce i limiti di velocità vigenti in Italia; è invece ingiusto bocciare un candidato se non conosce un segnale di indicazione o il colore di una spia sul cruscotto”.
2) I nuovi quiz si faranno con i computer?
2) “Sì. Tra la fine del mese di marzo e l’inizio di aprile, in via sperimentale, ci saranno 19 province informatizzate. Se la sperimentazione andrà bene, dopo le ferie estive partiranno tutte le altre province. Ma ancora con i vecchi quiz. Insomma, un gradino alla volta, probabilmente si arriverà a pieno regime nel 2007. L’introduzione del quiz informatizzato porterà diversi vantaggi. Per esempio, la possibilità di cambiare le risposte fino alla fine del tempo concesso (30 minuti). Oggi, invece, col cartaceo, un candidato che si rende conto di aver dato una risposta errata non può più modificarla. Inoltre, non sorgeranno più contestazioni tra l’esaminatore e il candidato, riguardo a crocette non perfette o indicate poco correttamente”.
3) Sarà impossibile barare?
3) “L’obiettivo nostro e del ministero dei Trasporti è proprio quello di evitare che ciò accada: a tal fine, si stanno adottando tutte le misure necessarie, come sistemi antintrusione informatica. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta studiando anche la possibilità di installare una telecamera nelle aule che riprenda e registri tutto quello che succede durante le prove d’esami”.
4) Il Codice della strada è sempre più complicato: le norme non andrebbero un po’ semplificate?
4) “Condivido. Il Codice della strada dovrebbe essere più snello e più consono ai tempi, lasciando poi ai regolamenti la facoltà di normare più specificamente la materia. La patente a punti non è affatto complicata: è basata sul principio di penalizzare duramente quelli che, con comportamenti scorretti durante la guida, mettono a repentaglio la propria vita e quella degli altri. L’obiettivo era ed è diminuire gli incidenti sulle strade italiane: una delle cause più frequenti delle morti umane. Non dimentichiamo i costi sociali e morali che questi comportano. Il problema è che la patente a punti non basta: è solo un piccolo passo verso l’obiettivo imposto dall’Unione europea, cioè ridurre del 50% i sinistri stradali entro il 2010”.
5) I corsi per il recupero dei punti servono davvero?
5) “Per dare maggiore forza al sistema della patente a punti sarebbe necessario incrementare i controlli sulle strade da parte delle Forze dell’ordine. Inoltre, andrebbe previsto, alla fine del corso di recupero dei punti, un test finale che consenta di capire se il corsista ha appreso effettivamente quanto può essere pericoloso commettere infrazioni alla guida. Spesso, purtroppo, ‘noi autoscuole’ (che svolgiamo corsi di recupero) ci troviamo dinanzi a soggetti che, non dovendo superare alcun esame, assistono passivamente alle lezioni. Mi preme di fare un’aggiunta. Le autoscuole, con questo sistema, non hanno incrementato i propri guadagni: dall’introduzione della patente a punti, il numero medio delle persone che hanno fatto il corso di recupero in autoscuola non supera quello delle dita di una mano. Tantissimi colleghi non ne hanno mai svolti. Si sono verificati corsi ‘fantasma’ (truffe per incassare denaro), ma si tratta di qualche mela marcia che getta soltanto fango sulla categoria. È vero che vengono svolti controlli da parte della Motorizzazione, ma sono saltuari e non sistematici, a causa delle scarse risorse economiche e di personale”.
6) Chi è italiano si chiede: le norme sulla patente a punti si applicano anche agli stranieri?
6) “Sì, la disciplina della patente a punti si applica anche agli stranieri che guidano in Italia. Con una differenza. Per gli stranieri il meccanismo è inverso. Non avendo il pacchetto iniziale dei 20 punti, perché non presenti nell’archivio informatico della Motorizzazione, ogni volta che commettono infrazioni tali da comportare decurtazioni dei punti, questi vengono sommati e non detratti. Al raggiungimento dei 20 punti non verranno sottoposti alla revisione della patente, ma a provvedimenti inibitori alla guida per un certo periodo: se hanno preso i 20 punti nell’arco di un anno, saranno inibiti alla guida per 2 anni; se hanno preso i 20 punti nell’arco di 2 anni, saranno inibiti alla guida per 1 anno; se hanno preso i 20 punti nell’arco di 3 anni, saranno inibiti alla guida per 6 mesi”.
7) Patente B: chi è neopatentato può guidare come chi ha la patente da 10 anni?
7) “Chiarisco subito che, i neopatentati, ovvero quelli che hanno conseguito la patente da meno di 3 anni, possono guidare gli stessi veicoli che possono guidare gli altri, senza limitazioni sulla cilindrata. Però sono soggetti all’art. 117 comma 2 del Codice della strada, che prevede diversi limiti di velocità: 90 km/h sulle strade extraurbane principali (anziché 110 km/h) e 100 km/h sulle autostrade (anziché 130 km/h). Inoltre, per i neopatentati, i punti persi devono considerarsi raddoppiati. Per esempio, un 18enne che non indossa la cintura di sicurezza e viene fermato dagli agenti, subisce la decurtazione di 10 punti anziché 5”.
8) Esame come privatista o frequentando: Lei che cosa consiglia?
8) “E’ ovvio che, come rappresentante delle autoscuole, non consiglierei mai di prendere la patente da privatista. Qui stiamo parlando di sicurezza stradale, non di divertimento o altro. Non comprendo come un genitore che tiene alla vita del proprio figlio possa spingerlo verso una preparazione autonoma dal punto di vista teorico e pratico. Con rischi sulla sua incolumità e su quella degli altri. Non si può sminuire il concetto di educazione stradale affidandolo alla sorte e poi avere la pretesa di insegnare a guidare correttamente il figlio senza avere conoscenza di cosa si sta insegnando. Oggi la gente guida come trent’anni fa ignorando l’avvento delle nuove tecnologie applicate sui veicoli. Per esempio, chiedete a qualcuno dove si posizionano le mani sul volante, vi risponderà ancora alle famose ‘10 e 10’. Senza pensare che l’introduzione dell’airbag sul volante deve necessariamente prevedere una posizione delle mani ai lati, alle ‘9 e 15’. Immaginate un eventuale urto frontale e l’esplosione dell’airbag: con le mani alle ‘10 e 10’ è come prendere contemporaneamente due pugni da Mike Tyson moltiplicati per 10 volte; se non muoio per l’incidente, mi ammazzo da solo. Queste sono cose che si apprendono andando in autoscuola e seguendo lezioni di tecnica di guida. Ecco che diventa importante quindi la scelta dell’autoscuola giusta, quella più professionale. Certamente, rivolgersi a un’autoscuola ha un costo superiore che presentarsi da privatisti. Non esiste un prezzo standard. A volte le differenze sono minime, a volte sostanziali. È una questione di qualità del servizio che, come in tutte le cose, purtroppo si paga. Aggiungo di non fidarsi di quelli che applicano tariffe troppo basse, nascondono sempre qualcosa di strano”.(19/03/2006 - Blogosfere.it)