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2005 NO AI ROGHI, E' IN AGGUATO IL PERICOLO DIOSSINA
Il Mattino di napoli
Dottoressa Fabrizia Giovinazzi, in molte strade della città la presenza di cumuli di rifiuti ha determinato la reazione dei cittadini che hanno creduto di risolvere il problema incendiandoli. «Lo so e considero queste iniziative assolutamente inopportune. Da responsabile dell’unità operativa acqua suolo e rifiuti di Napoli dell’Arpac credo che in questo periodo di grande emergenza rifiuti serva massima collaborazione da parte dei napoletani». Aumentano le proteste non solo per il cattivo odore provocato dai rifiuti abbandonati in strada, ma anche perché quei cumuli di sacchi spesso rendono impraticabili i marciapiedi. «È un momento difficile, ma quando parlo di collaborazione mi riferisco a un sacrificio in più da sopportare conservando a casa i sacchi di rifiuti. Un aiuto dovrebbe venire anche dagli automobilisti che spesso parcheggiano le proprie auto accanto ai cassonetti: molte macchine sono state danneggiate in questi giorni dagli incendi appiccati ai rifiuti». Il problema non può essere risolto liberando le strade con il fuoco. «Durante l’incendio chi abita a poca distanza dal cumulo di rifiuti può intossicarsi respirando la nube di fumo. Ma ci sono rischi anche maggiori per la salute dei cittadini». Quali, dottoressa Giovinazzi? «Il pericolo diossina non deve essere sottovalutato: ci sono buste di rifiuti ancora piene di materiale plastico. Buste della spesa, bicchieri, bottiglie di acqua e altre bibite. La gente deve essere informata su questo problema perché la diossina è una molecola cancerogena che non viene metabolizzata dall’ambiente. Resta per anni dove c’è stato un incendio di materiale plastico». Come Arpac potete risolvere il problema? «Misuriamo i livelli di diossina. Secondo studi avanzati per distruggerla si possono utilizzare batteri ottenuti con gli Ogm. Ma il processo è lungo e costoso perché per bonificare un tratto di strada si deve effettuare l’intervento in laboratorio, asportando il suolo». b.b