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NUOVE FIGURE DI AUSILIARI E PROPOSTE DEL GOVERNO

Concordiamo con quanto detto dal Ministro Maroni giovedì scorso, nel presentare il programma governativo di revisione del codice stradale alla Commissione Trasporti della Camera, sul coordinamento degli organi di Polizia (non solo quella stradale) potenziando tecnologie con il controllo della giusta destinazione dei proventi contravvenzionali .

Riteniamo avvilente che a tutt'oggi nessun Governo riesca ancora ad avere dati certi sui sinistri stradali creando una banca dati unica , cosa che è emersa anche nelle numerose sedute della  IX COMMISSIONE (TRASPORTI E TELECOMUNICAZIONI)

 Maroni , così, è stato costretto  a interessare l'ANCI per ricevere dai Comuni questi dati in modo da poter conoscere i risultati ottenuti con il pacchetto sicurezza n 92/2008 .

Due le armi vincenti, per il Ministro ma anche per noi, cercare almeno di ridurre drasticamente gli incidenti stradali :

1) Potenziamento e razionalizzare il Coordinamento delle numerose forze di Polizia Stradale presenti sul territorio.

2) Ausili tecnologici ( autevelox, telecamere, tutor etc)  per lo svolgimento della loro attività

Restiamo invece perplessi quando, invece di parlare di ridurre il numero di organi di Polizia con un miglior utilizzo delle risorse umane e economiche, evitando doppioni e sprechi (come più volte richiesto dall'Unione Europea), vediamo proporre una nuova figura di ausiliario che verrebbe impiegata per il rilievo degli incidenti stradali, la regolazione del traffico e in occasione di manifestazioni  e lavori.

Daniele Minichini - Segretario Nazionale Lipol

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Riportiamo uno stralcio molto significativo:

Camera dei Deputati
COMMISSIONE IX TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI
Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA

Seduta di martedì 9 dicembre 2008
SANDRO SALVATI, Presidente della Fondazione ANIA per la sicurezza stradale. Signor presidente, onorevoli deputati, innanzitutto vi ringrazio per l'opportunità che ci avete dato invitandoci oggi qui.
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……omissis…..
Un ulteriore aspetto, che è una delle mancanze più gravi del sistema, e che viaggia parallelamente alla scarsa percezione del rischio, è il miglioramento della raccolta dati sull'incidentalità. Il sistema informativo è inadeguato sia per quanto riguarda la dinamica, la localizzazione, le conseguenze degli incidenti. Ci sono delle sottostime che potrebbero superare il 25 per cento. Per svolgere un'efficace opera di prevenzione è necessario conoscere le dimensioni del fenomeno. La stessa Unione europea ha posto come punto centrale delle politiche per la sicurezza «l'elaborazione di un sistema informatizzato di sicurezza stradale che comprenda una carta dei punti critici». In Italia abbiamo purtroppo una frammentazione degli interventi; manca un sistema omogeneo di rilevazione dei dati statistici dell'incidentalità, in particolare la frammentazione dei Corpi di Polizia municipale sul territorio rende difficile la raccolta dei dati, che nella grande maggioranza dei casi avviene ancora in forma cartacea e manuale, cosa che rende difficile metterli a fattor comune. Per migliorare il flusso dei dati e consentire alle Autorità competenti di tarare la misure di intervento, andrebbe introdotta una norma che obblighi i vari enti proprietari di strade a fornire, entro i 60 giorni dell'anno successivo, tutti i dati relativi all'incidentalità e preveda delle sanzioni (come, per esempio, il taglio dei trasferimenti pubblici) per le amministrazioni inadempienti. Proponiamo di istituire un sistema informatico pubblico e gratuito per le varie amministrazioni che consenta la raccolta e l'invio dei dati in modo omogeneo e su supporto informatico.
…omissis…
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CORSIE PREFERENZIALI A NAPOLI

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NAPOLI LA CAPITALE DEGLI SPRECHI

Se la macchina amministrativa di Napoli fosse gestita con gli standard qualitativi di Roma, Torino o Venezia, il Comune risparmierebbe 220 milioni di euro all’anno. Una cifra record, che potrebbe essere utilizzata per offrire servizi migliori ai cittadini partenopei. L’analisi impietosa, che fa di Napoli la capitale degli sprechi, è contenuta nel rapporto elaborato dal Politecnico di Milano per la fondazione Civicum e relativo al bilancio 2007 di 23 grandi Comuni italiani. Con un esborso di 2.294 euro l’anno per ogni cittadino, il capoluogo campano è il terzo Comune nella graduatoria della spesa pro-capite, dopo i 2.497 euro di Venezia e 2.387 di Trento. Un’alta percentuale di questa somma, il 34% (pari a 790 euro l’anno), non è destinata alle spese correnti, ma agli investimenti. E i restanti 1.504 euro? In tutti i Comuni analizzati, la prima voce di spesa, con una media del 26%, è l’auto-amministrazione, cioè la gestione della macchina comunale. Una quota che però nel caso di Napoli schizza al 36%, ben dieci punti percentuali sopra la media. Complessivamente, nel 2007 Palazzo San Giacomo ha speso 531 milioni di euro per l’auto-amministrazione, cioè 546 euro per ogni abitante. Una somma che, come se non bastasse, è aumentata dell’8% tra il 2006 e il 2007. Nella graduatoria delle spese di auto-amministrazione, il Comune partenopeo è superato soltanto da quello di Palermo, che destina al proprio funzionamento il 39% delle risorse. Ma ciò non basta a evitare a Napoli la maglia nera di Comune più sprecone d’Italia: se infatti il capoluogo campano si fosse adeguato ai migliori criteri di gestione della macchina amministrativa individuati dall’indagine Civicum, cioè quelli adottati dai Comuni di Roma, Torino e Venezia, avrebbe avuto in cassa 220 milioni di euro in più nel solo 2007. Una somma enorme, che da sola rappresenta il 31% del risparmio potenziale (703 milioni di euro) che i Comuni avrebbero potuto garantirsi complessivamente se si fossero comportati in modo virtuoso. Nel podio dei Comuni spreconi, Napoli è seguita da Palermo, che avrebbe potuto economizzare 136 milioni di euro, e da Milano (89 milioni). Ma quali sono, oltre all’auto-amministrazione, le voci principali di spesa del Comune di Napoli secondo la ricerca Civicum? Sempre con riferimento al 2007, Palazzo San Giacomo ha destinato al territorio e all’ambiente 346 euro per ogni abitante (pari al 23% del totale). Per la viabilità e i trasporti sono stati spesi 231 euro pro capite (15%), per il settore sociale 153 euro (10%). Pur con l’avvertimento che in generale i Comuni del Sud, a differenza di quelli del Nord, riconoscono una bassa priorità all’istruzione e alla cultura, sorprende lo spazio particolarmente ristretto che le casse del Comune di Napoli riservano a questi due settori: il capoluogo campano ha speso infatti 96 euro a cittadino per l’istruzione (il 6% delle spese complessive, contro, ad esempio, il 12% di Roma e Milano e il 15% di Torino) e 20 euro pro capite per la cultura (l’1% del totale, contro il 4% di Roma, Milano e Firenze).

Fonte: IL MATTINO -  MARCO TORIELLO
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