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PUBBLICA SICUREZZA: 2500 SOLDATI A DISPOSIZIONE DEL MINISTRO DELL INTERNO

 
BRUXELLES - Il "pacchetto sicurezza" si arricchisce di un nuovo emendamento, frutto di un accordo tra il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il collega dell'Interno Roberto Maroni. Il testo, che verrà presentato nei prossimi giorni, prevede l'utilizzo, per sei mesi rinnovabili, di 2.500 soldati per «azioni di pattugliamento e perlustrazione nelle città metropolitane». Ne ha dato notizia lo stesso La Russa in un incontro stampa a Bruxelles.
PUBBLICA SICUREZZA - «Abbiamo discusso molto - ha detto il ministro - e ora abbiamo preparato un emendamento a quattro mani, io e Maroni, annunciato al Consiglio dei ministri. Il ministro dell'Interno, se lo vorrà, potrà avere a disposizione 2.500 militari». I soldati, ha spiegato La Russa, avranno qualifica di agenti di pubblica sicurezza, operando insieme a polizia e carabinieri. E ipotizza soprattutto un utilizzo dei militari che hanno avuto esperienze nelle missioni di pace. Ciò, ha sottolineato il ministro, «rendendo possibile che si realizzi quell'obiettivo che avevo prefigurato, e cioè di passare dal poliziotto di quartiere di giorno a una pattuglia mista nelle ore prevalentemente serali, quando maggiori saranno le esigenze di sicurezza». Comunque, ha sottolineato, «le modalità saranno decise dal ministro dell'Interno» e i prefetti avranno un ruolo di coordinamento. «Per le forze armate è un sacrificio, perché non abbondiamo di personale, ma lo facciamo molto molto volentieri - ha commentato La Russa - e questa disponibilità aumenta il merito dei nostri soldati».
RIFIUTI - Il Consiglio dei ministri intanto ha approvato il nuovo decreto legge che interviene sull'emergenza rifiuti in Campania completando il pacchetto di misure varato a Napoli il 21 maggio scorso. Il decreto (il cui contenuto secondo le intenzioni del governo sarà trasferito in apposito emendamento al decreto varato a Napoli) prevede «l'impiego delle forze armate per la conduzione tecnica ed operativa degli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti».
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Molte le innovazioni del decreto legge, in discussione,sulla sicurezza

E' stato fissato per il 16 giugno prossimo alle ore 16 il termine per presentare gli emendamenti per la conversione del decreto-legge n. 92 del 23 maggio scorso, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (ddl n. 692). Il voto finale è previsto per il 26 giugno.

Ieri pomeriggio l'aula del Senato ha avviato la discussione le provvedimento . I relatori Berselli e Vizzini (PdL) hanno sottolineato la necessità di intervenire tempestivamente per rispondere alla richiesta di sicurezza avanzata dai cittadini. Nel corso dell'esame sono emersi i punti di convergenza tra maggioranza e opposizione ma anche quelli che differiscono tra le due posizioni. Molte le innovazioni del disegno di lege che, con l'articolo 1, modifica il Codice penale sull'espulsione dello straniero, inserendo tra l'altro l'aggravante della clandestinità. Sull'incostituzionalità di queste previsioni i senatori Zanda (PD) e Li Gotti (IdV) hanno motivato una questione pregiudiziale respinta dall'assemblea che invece si è trovata d'accordo unanimemente per una redazione condivisa dell'articolo 10 finalizzato a fornire strumenti più efficaci alla magistratura nella lotta contro tutte le mafie.

Nei diversi interventi sono stati messi in evidenza il fatto che il decreto risponde alle attese dei cittadini, ma che vanno sanate alcune divergenze con le direttive comunitarie e salvaguardato il principio della solidarietà (PdL). Sul maggiore potere riconosciuto ai sindaci, da un lato viene espressa soddisfazione (LNP) ma anche richiesta di maggiori garanzie verso alcune misure poco precise, come appunto il tema dei poteri ai sindaci (UDC-SVP-Autonomie). Il PD esprime sensibilità alla problematica ma tuttavia lamenta la "chiusura della maggioranza rispetto agli emendamenti qualificanti dell'opposizione e l'inadeguatezza della legge Bossi-Fini che, anziché favorire, come necessario, l'immigrazione regolare, incentiva il fenomeno della clandestinità". (lds)

 
Fonte: Ancitel
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112 NUMERO DI EMERGENZA EUROPEO: ISTRUZIONI PER L USO

112: il numero di emergenza europeo
La Commissione europea ha inaugurato, il 4 giugno 2008, il nuovo sito web ec.europa.eu/112  che spiega ai cittadini come utilizzare il 112 e a che cosa può servire loro, soprattutto quando viaggiano nella UE. Il sito mostra anche come funziona il numero in ciascuno Stato membro, più precisamente, con quale rapidità ricevono risposta le chiamate e in quali lingue.

Il numero di emergenza europeo 112 è stato introdotto nel 1991 per mettere a disposizione un numero unico per tutti gli Stati membri, in aggiunta ai numeri di emergenza nazionali. Dal 1998 le norme UE impongono agli Stati membri di garantire che tutti gli utenti di telefoni fissi e mobili possano chiamare il 112 gratuitamente. Dal 2003 gli operatori di telecomunicazioni devono fornire ai servizi di emergenza informazioni sulla localizzazione del chiamante per consentire di reperire rapidamente le vittime di incidenti.

Il sito web ec.europa.eu/112 raffronta i risultati ottenuti dalle autorità nazionali nell’applicazione delle norme comunitarie relative al 112 e mette in evidenza le migliori pratiche.

Quanto al trattamento rapido delle chiamate:

  1. almeno il 97% delle chiamate riceve risposta entro 20 secondi nella Repubblica ceca, in Spagna e nel Regno Unito, e almeno il 71% entro 10 secondi nei Paesi Bassi e in Finlandia;
  2. 17 paesi hanno comunicato di essere in grado di rispondere alle chiamate al 112 effettuate in lingue straniere dell’Unione: i centri di risposta sono in grado di rispondere alle chiamate in inglese in 16 paesi (Austria, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Finlandia, Francia, Ungheria, Grecia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna e Svezia);
  3. 7 paesi hanno dichiarato che i loro centri possono rispondere nella lingua di uno Stato membro confinante (Bulgaria, Germania, Estonia, Spagna, Lituania, Ungheria e Slovenia);
  4. alcuni paesi hanno adottato disposizioni speciali che consentono di rispondere in altre lingue, trasferendo la chiamata ad altri centri di risposta che dispongono di personale competente (Repubblica ceca, Grecia, Slovenia e Spagna) o a servizi di interpretazione (Finlandia, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Regno Unito).

 

Quanto alle azioni di sensibilizzazione:

  1. 4 paesi diffondono programmi TV che pubblicizzano il 112 (Cipro, la Repubblica ceca, la Lettonia e la Svezia);
  2. la Finlandia e la Romania celebrano l’11 febbraio di ogni anno la "giornata del 112";
  3. altri strumenti di sensibilizzazione: cartelli informativi sulle autostrade (Austria e Ungheria), opuscoli ai caselli autostradali (Spagna), gli SMS inviati agli utilizzatori di cellulari in roaming (Ungheria).

Fonte: Commissione europea - IL PORTALE DEL GOVERNO ITALIANO

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