L'inceneritore di Acerra come quello di Copenaghen: ma mi faccia il piacere
L’ INCENERITORE DI ACERRA COME QUELLO DI COPENAGHEN:
MA MI FACCIA IL PIACERE!
Di Antonio Marfella
Sono sinceramente indignato per le affermazioni riportate da alcuni organi di stampa da parte della FIBE: l’inceneritore di Acerra è uguale a quello appena costruito a Copenaghen.
Pur convinto sostenitore della Linea Rifiuti Zero, ritengo che si debba evidenziare quanto di falso riportato, allo scopo di smettere di fare prendere in giro i cittadini campani e i lavoratori con informazioni che mettono in rilievo, a mio parere, solo la criminale avidità di FIBE e di chi ha pensato e voluto il MAXI MOSTRO di Acerra, provocando un vero disastro ambientale.
Infatti, il citato inceneritore citato di Copenaghen (presumo l’impianto di Verstforbraending) tratta ogni anno non più di 325.000 tonnellate di rifiuti, cioe’ la metà di quanto previsto ad Acerra!
L’intera Danimarca (che ha una popolazione complessiva pressocchè pari alla sola Campania) ha infatti indirizzato l’impiantistica degli inceneritori verso impianti piccoli , circa 32 (dati del 2002), per un totale di incenerimento annuo di poco piu’ di 3 milioni di tonnellate di rifiuti , cioè poco più di quanto si produce nella sola Campania .
Ogni piccolo impianto, ben distanziato sul territorio, anche per distribuire al meglio l’inquinamento, ha quindi una portata non superiore alle 90.000 tonnellate/anno, cioè non superiori alle 200 tonnellate al giorno, dieci volte meno delle 1.800 tonnellate al giorno previste per il mostro di Acerra!
La cifra di 75 milioni di euro da pagare ancora per completare il Mostro, è persino sufficiente a costruire e completare ex-novo un singolo inceneritore di dimensione medie europee di circa 90.000 tonnellate/anno con le dovute garanzie di impiantistica .
Il Piano PASER 2007, che pure contiene gravissime aberrazioni in tema di impianti di incenerimento mascherati da impianti a biomasse, sancisce pero’ che sono sufficienti non più di 25 milioni di euro per costruire impianti di incenerimento da 100-120.000 tonnellate/anno .
Quindi con 75 milioni se ne possono costruire tre nuovi da oltre 300.000 tonnellate/anno.
In tempi brevi, quindi, si sarebbero potuti costruire (se si voleva) impianti di incenerimento in grado di bruciare il 25% del materiale post- consumo (e non rifiuti) di Napoli.
Con adeguati e idonei impianti di compostaggio per il 30% di “umido” e la raccolta differenziata al 50 % di legge, a Napoli saremmo quasi a posto.
Con Toto’, mi viene solo da dire con amarezza “Ma mi faccia il piacere!” quando si insiste a volere prendere in giro la gente affermando che un maxi impianto come quello di Acerra inquinerà di meno dei suoi piccoli “gemelli” di Vienna, Copenaghen, ecc .
E’ come volere fare credere a tutti che un TIR possa, con le dovute marmitte catalitiche di ultima generazione, inquinare meno di una FIAT 500.
L’Avidità dei “Signori degli Impianti” in questo secolo è Demone più pericoloso e dannoso del Demone dei “Signori della Guerra”, che ha trascinato nel disastro Nazioni intere come il Giappone nel secolo scorso. La Terra intera oggi sta per essere trascinata nel disastro.
Noi in Campania viviamo tutti questo disastro unico al mondo non certo a causa degli ambientalisti idealisti duri e puri, utile copertura mediatica, ma per la pura avidità di puntare a maxi impianti (irrealizzabili in tempi brevi) che devono bruciare tutto senza raccolta differenziata per incassare al massimo (e a vantaggio di pochi) sull’incenerimento dei rifiuti, ricattando tutto e tutti: oggi si ricatta utilizzando i salari dei dipendenti addetti alla costruzione del Mostro.
Ad Acerra, in una zona già disastrata da diossina, e per legge, al massimo si dovrebbe costruire un impianto che sia veramente come quelli di Vienna o Copenaghen, e cioè almeno il 50% piu’ piccolo!
Vuoi vedere che sarebbe gia’ in funzione? Quousque tandem………?
(scritta il 27 novembre 2007)
Antonio Marfella
Tossicologo oncologo
Napoli - i cittadini bloccano le strade per chiedere rimozione cumuli di rifiuti
Gruppi di cittadini bloccano la circolazione stradale nelle vie di Napoli per chiedere rimozione cumuli di rifiuti.
I tecnici dell'Asia ( l'azienda napoletana di igiene ambientale) stanno lavorando per cercare di rimuovere i cumuli di spazzatura nei quartieri del centro storico, dove i rifiuti potrebbero rappresentare anche un problema di viabilità, e di assicurare almeno la pulizia dei mercati rionali.
Sono oltre 7000 le tonnellate di spazzatura non raccolte.
La tensione è alta, possibilità di scontri con le forze di polizia.
La situazione di maggiore disagio si registra nei quartieri periferici, ma anche in altri quartieri, come quelli collinari e la zona ospedaliera.