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MINICHINI DEL LIPOL SCRIVE ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO SULLE NOMINE FUORI DAL ...COMUNE

Li.Po.L. LIbera POlizia Locale                     

  Il Segretario Generale                                       Al Presidente del Governo Letta

                                                                         Al Vice Presidente On. Alfano           

                                                                Agli Organi di Stampa

             

NOMINE FUORI DAL …..COMUNE

 

Casse comunali piangono e non ci sono soldi sufficienti per fornire le polizie municipali di risorse umane e strumentali sufficienti per svolgere senza difficoltà i propri compiti.

 Ciò nonostante alcuni sindaci come quelli di Roma e Napoli si concedono il “lusso” di incaricare dirigenti esterni provenienti rispettivamente dalla polizia di Stato per 19omila euro annui e dalla Guardia di Finanza per 130mila euro (da Novembre?)

Vere stranezze se si tiene conto che là dove non si voglia valorizzare ufficiali interni ai due Corpi della municipale si possa attingere, attraverso l’istituto della mobilità, dalle altre polizie locali di Italia .

Ma le operazioni di “reclutamento temporaneo” oltre ad avere sapore propagandistico....... CLICCA QUI PER LEGGERE
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CLASSIFICA 10 MIGLIORI E 10 PEGGIORI OSPEDALI DI ITALIA

Sanità. Indovinate un po’ dove sono gli ospedali migliori d’Italia «nonostante gli scandali»

                               

L’Agenas ha stilato la classifica nazionale delle strutture e delle regioni in base alla qualità delle cure ricevute dai cittadini

San-Raffaele-cupolaL’ospedale San Raffaele è «l’eccellenza che resiste, nonostante tutto». Lo scrivono Michele Bocci e Fabio Tonacci su Repubblica riportando i risultati del “Programma nazionale esiti 2012″, la ricerca dell’Agenas – agenzia nazionale per i servizi sanitari delle Regioni – sulla qualità delle strutture sanitarie del nostro paese, non a caso definita un po’ da tutti i giornali come la “classifica degli ospedali italiani”. Ebbene, nonostante sia «afflitto da scandali e debiti», il San Raffaele «è ancora il miglior ospedale italiano per qualità delle cure», sentenzia Repubblica, che pure al nosocomio fondato da don Verzé (e alla sanità lombarda in generale) ultimamente non ha risparmiato nessuna critica.

LE ECCELLENZE. L’Agenas ha spulciato le schede di dimissione di 1.440 ospedali pubblici e convenzionati italiani, stilandone la classifica «in base a una quarantina di indicatori, dalla mortalità per infarto, a quella per gli interventi cardiochirurgici o per l’ictus, dal tasso di cesarei a quello delle operazioni di colecisti in laparoscopia». Ebbene, considerando i primi classificati, persino Repubblica deve ammettere che «6 su 10 sono lombardi». E che «gli scandali non hanno ridotto la capacità assistenziale del San Raffaele di Milano, che resta la realtà con i numeri più lusinghieri», facendo registrare punteggi altissimi su 5 dei 15 indicatori più significativi.

Ecco i primi dieci migliori ospedali italiani secondo l’Agenas:
1. San Raffaele, Milano
2. Spedali Civili, Brescia
3. Santi Antonio e Biagio, Alessandria
4. Ospedale A. Manzoni, Lecco
5. Azienda ospedaliera di Perugia
6. Poliambulanza, Brescia
7. Fornaroli, Magenta
8. Niguarda, Milano
9. Alto Chiascio, Gubbio
10. Santa Maria del Carmine, Rovereto

I PEGGIORI. Ovviamente, sempre sulla base dei risultati raccolti dall’agenzia, si ottiene anche la classifica delle strutture peggiori. E se il peggiore è il Federico II – constatano amaramente Bocci e Tonacci – gli altri ospedali della sua regione non se la passano tanto meglio: «Sono 5 le strutture campane tra le peggiori 10 d’Italia», si legge su Repubblica.

La classifica Agenas degli ospedali peggiori, in effetti, è questa:
1. Federico II, Napoli
2. Azienda ospedaliera G. Martino, Messina
3. Azienda ospedaliera dei Colli P. Monaldi, Napoli
4. San Filippo Neri, Roma
5. Azienda universitaria policlinico, Napoli
6. Stabilimento ospedaliero di Venere, Bari
7. Presidio ospedaliero San Rocco, Caserta
8. Sant’Anna, Pomezia
9. Ospedale della Val di Chiana
10. Sant’Anna e Sebastiano, Caserta

TOSCANA IN TESTA. Quanto alla qualità delle cure a livello di territorio, la Toscana – scrive Repubblica – «a leggere i numeri dell’agenzia sembra essere in questo momento la realtà locale dove la sanità funziona meglio per i cittadini. Anche in questa valutazione la Campania è in fondo. Basta pensare che quasi in un quarto dei casi (24,5%) gli indicatori di esito delle sue strutture sono inferiori alla media. La Toscana si ferma all’8,6%, il Veneto all’11, l’Emilia al 12, la Lombardia e il Piemonte al 13. Vanno male anche Abruzzo (23%), Puglia (22%) e Lazio, Sicilia e Calabria (tutti al 19%). E non è un caso che queste ultime due conoscano più di altre il fenomeno dell’emigrazione sanitaria verso Milano, Bologna, Roma».


Fonte: Tempi.it
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