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Napoli - Secondo Policlinico , sale operatorie contaminate stop agli interventi
I controlli ordinati dalla Procura hanno evidenziato la presenza di 45 colonie batteriche Verifiche sui condizionatori Policlinico, sale operatorie contaminate Federico II, tracce di stafilococco nell’edificio 5: in quattro strutture stop agli interventi. Pazienti a casa | | |
BRUNO BUONANNO Stop ai ricoveri e dimissione dei pazienti che possono tornare a casa. Scoppia un nuovo allarme chirurgico nel Policlinico federiciano che a inizio di settimana ha dichiarato inagibile il blocco operatorio dell’edificio 5. Provvedimento inevitabile perché i risultati del campionamento ambientale effettuato dai carabinieri del Nas e dai vigili sanitari dell’Asl Napoli 1 in quattro sale operatorie hanno evidenziato che gli ambienti chirurgici ispezionati sono contaminati. Pericolose colonie di batteri inquinano la sterilità di locali in cui illustri docenti operano i pazienti: è stata sospesa, in pratica da ieri mattina, la chirurgia toracica e vascolare, quella della patologia sistemica e sono stati bloccati gli interventi urologici eseguito dal professore Tolino e dal suo staff nell’edificio cinque del Policlinico federiciano. Si conclude così l’accertamento tecnico effettuato a metà ottobre dalla Pm Stefania Buda che ispezionò la cittadella universitaria con i carabinieri del Nas e i vigili sanitari dell’Asl cittadina chiedendo che venissero effettuati campionamenti ambientali nel complesso operatorio. Il sospetto che qualcosa non funzionasse a dovere nel blocco chirurgico si è rivelato realtà a fine novembre, quando l’Asl ha comunicato alla direzione sanitaria del Policlinico il risultato positivo dell’indagine. Numerose colonie di batteri affollano l’impianto di condizionamento. Microbi che si depositano sulle scialitiche (le potenti luci da sala operatoria), stazionano sulle mensole su cui viene depositato il materiale monouso e sugli stessi tavoli operatori. Ricevuta la comunicazione dell’Asl, chirurghi, anestesisti e infermieri hanno continuato a lavorare finché il Dipartimento di prevenzione, in accordo con la Procura, non si è rifatto vivo chiedendo per iscritto: «Cosa state facendo dopo la nostra segnalazione?». Solo allora è scattata una campionatura ambientale interna. E i prelievi effettuati dopo il 5 dicembre dal personale diretto dalla professoressa Maria Triassi hanno confermato l’elevato inquinamento ambientale. Di qui l’inevitabile sospensione dell’attività chirurgica. «Le normative impongono che la concentrazione microbica, per litro di aria, nei complessi operatori deve essere inferiore a una colonia. Anche noi - ammette la Triassi - abbiamo individuato la presenza di 45 colonie batteriche. C’è qualcosa che non funziona come dovrebbe nell’impianto di condizionamento: nel blocco operatorio l’aria e gli arredi sono contaminati. Abbiamo individuato negli strafilococchi i germi inquinanti. Questo dato è abbastanza confortante perché non sono germi patogeni come la legionella o lo psaeudomonas». Dieci giorni di chiusura (che probabilmente si trasformeranno in quattordici giorni) del complesso chirurgico per effettuare gli interventi manutentivi. In attesa del necessario nulla osta dei vigili sanitari per la riapertura delle sale chirurgiche, chi deve essere comunque operato attraverserà in ambulanza i viali del Policlinico per essere trasferito negli edifici 1, 6 e 12. | Fonte: http://www.ilmattino.it/mattino/page_view.php?pbk=1&Date=20071213&Edition=CITY&Section=NAZIONALE&Number=41&vis=G |
Agente di P.M. di Napoli(fuori servizio) protesta per il mancato rispetto della fila in ufficio postale a Mugnano e.....viene ARRESTATO
| PRESTA SERVIZIO ALL’ARENELLA Litiga per la fila con un carabiniere arrestato vigile FABIO JOUAKIM Mentre è in coda all’ufficio postale, litiga con un’altra persona: un alterco che finisce a insulti e manate in faccia. Gli impiegati delle Poste chiamano i carabinieri, ma scoppia una lite anche con i militari. Così finisce nei guai un esponente delle forze dell’ordine, un vigile urbano da 33 anni in servizio a Napoli, che viene arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Il vigile si chiama Andrea Passarelli, è in servizio alla quarta unità operativa, Arenella-Chiaiano, dopo essere stato in passato anche all’aeroporto di Capodichino. Molti lo conoscono per la sua meticolosità, che in passato lo ha spinto a dare la caccia a chi abbandonava una carcassa d’auto per strada o a chi depositava il sacchetto dell’immondizia fuori orario, con tanto di verbali salati. Nessuno, però, avrebbe immaginato una situazione del genere. Nella quale, è il caso di precisarlo, Passarelli non era in servizio. Il fatto è accaduto ieri mattina a Mugnano, nell’ufficio postale di via San Lorenzo. Passarelli si trovava in fila quando è scoppiata la lite con un uomo, che a detta del vigile urbano aveva provato a fare il furbo e a guadagnare qualche posizione in coda. Dalle parole, complice la lunga coda, si è passati agli schiaffi. Dopo qualche minuto un carabiniere ha chiesto i documenti a Passarelli, senza ottenerli. Anche in questo caso sarebbe stata sfiorata la colluttazione. «Quell’uomo era in borghese, non ho capito subito che era un militare - avrebbe detto il vigile urbano ai colleghi - Non l’ho riconosciuto». «Impossibile che fossimo in borghese» la replica dei carabinieri, avvisati dagli impiegati dell’ufficio postale e arrivati sul posto con la macchina dell’Arma. In seguito il magistrato ha ritenuto che ci fossero gli estremi per il fermo di Passarelli, che ha rimediato anche una querela dall’uomo con cui è scoppiato il primo litigio. Ieri sera il vigile napoletano si trovava in camera di sicurezza, presso la caserma dei carabinieri di Mugnano. Nel pomeriggio, a confortarlo, le visite di numerosi colleghi che prestano servizio con lui a Napoli. Oggi il processo per direttissima. | ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Stamani ho scritto un comunicato (come sindacato) 103 Napoli - IN BALIA DELLE ONDE
Sentenza della Cassazione portare Spray antiaggressione è reato
Spray antiaggressione: portarlo è reato
Costituisce reato il porto in luogo pubblico di una bomboletta spray 'antiaggressione', contenente gas lacrimogeno. Lo afferma la Cassazione rilevando che uno spray del genere e' infatti "idoneo ad arrecare offesa alla persona e come tale rientrante nella definizione di arma comune da sparo". La Suprema Corte ha cosi' confermato la condanna alla pena di 200 euro di ammenda inflitta ad un 33enne dal tribunale di Milano. Il giovane aveva presentato ricorso contro tale sentenza, dichiarando che "la bomboletta era pubblicizzata su un sito internet, si' che egli l'aveva acquistata e portata in luogo pubblico in buona fede, avendo tale offerta pubblica ingenerato in lui la convinzione di non compiere nulla di illegale". Per gli 'ermellini' della prima sezione penale (sentenza n.44994), il ricorso e' "manifestamente infondato": "non puo' dirsi - osservano gli 'alti' giudici - che l'ignoranza dell'imputato non sia rimproverabile, posto che una semplice pubblicita' non puo' scriminare la condotta". Poiche' "egli afferma - rileva la Cassazione - di aver visto la pubblicita' su Internet, significa che sa navigare su Internet, si' che ben poteva anche consultare il sito della Polizia di Stato, la quale offre non solo uno sportello di consulenza on-line, ma ha anche un link specifico sulle armi: sarebbe stato dunque in grado - conclude la sentenza - con la normale diligenza, di capire che il porto della bomboletta era illegale". | |
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