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LE NUOVE PROVINCE, CORSA ALL ACCORPAMENTO

Le nuove province, dal gusto all'industria

Circolano i primi fantasiosi accorpamenti da presentare al governo entro fine settembre. Rivoluzione delle città metropolitane

province,patroni griffiProvince, è corsa all'accorpamento. La nuova mappa è da presentare al governo entro fine settembre e, oltre ai giochi per unire le province esistenti, inizia la "caccia al nome".


Sul Messaggero, Diodato Pirone parla dei primi, fantasiosi, nomi che circolano. Ad esempio, la "provincia del gusto", che unirebbe lungo la via Emilia i salami piacentini al prosciutto di Parma fino al balsamico di Modena, oppure la "provincia dell'industria", che in Lombardia raggrupperebbe Monza, Varese e Como, o ancora la "provincia della costa toscana", da Pisa a Lucca, Massa, Livorno. Dai nomi, sembra più una fiera che un accorpamento di enti locali. A parte ciò, il messaggio del ministro Patroni Griffi è chiaro: dimagrimento degli uffici pubblici sul territorio. Anche se a livello locale c'è chi spera ancora in soluzioni "all'italiana".

MAPPA Le nuove province

Importante, inoltre, il futuro delle 10 città metropolitane, fino ad oggi "doppioni" dei comuni. La legge, scrive Pirone, prevede che "dal 2013 il sindaco di Roma o di Bari o di Genova diventi automaticamente anche presidente della città metropolitana-ex provincia. Quindi a meno di sorprese giuridiche (sono in arrivo valanghe di ricorsi alla Corte costituzionale) il prossimo sindaco di Roma, dopo le elezioni del 2013, assumerà anche i poteri dell’attuale presidente della provincia". Una vera rivoluzione nel paese dei campanili. Ricorsi, appunto, a parte. Fermo restando che ogni città metropolitana, in futuro, "si darà un proprio statuto e potrà scegliere di farsi rappresentare da un sindaco diverso da quello della città principale. Insomma - chiosa Pirone - ci vorrà un po’ di tempo per capire davvero quanti capoluoghi di provincia dovranno imparare a memoria i ragazzini delle elementari del futuro". Ma la provincia del gusto avrà come sigla GU?

Fonte: Virgilio.it


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CONTI CORRENTI STOP ALLE COMMISSIONI SELVAGGE SU....

n teoria dovevano essere sparite da tempo, ma le banche non si sono mai rassegnate a perdere questa gabella sui conti correnti. Così le commissioni sullo scoperto sono sopravvissute, cambiando pelle e nome, a diversi tentativi di abrogazione. Una situazione che ha spinto lo stesso premier Mario Monti, nei panni di ministro dell'Economia, a firmare un decreto d'urgenza per stabilire - si spera definitivamente - i tetti massimi di commissione sugli sconfinamenti (il cosiddetto "rosso") e sugli affidamenti sul conto.

Il ministro dell'Economia, su proposta della Banca d'Italia, ha voluto mettere ordine nella struttura delle commissioni stabilendo che, oltre agli interessi passivi, cioè sullo scoperto di conto, già nettamente più alti di quelli attivi, la banca può chiedere al cliente solo:

per i fidi bancari (o affidamenti) - cioè la quota di "rosso" consentita, in pratica un finanziamento accordato dalla banca - una commissione onnicomprensiva che non può superare lo 0,5% dell'importo accordato per trimestre;

per gli sconfinamenti (scoperti di conto e utilizzi extrafido) una commissione di "istruttoria veloce", espressa in misura fissa e in valore assoluto, commisurata ai costi.

Una gabella dura a morire

La storia delle commissioni bancarie è lunga. In origine si chiamavano "commissioni di massimo scoperto" (Cms) e venivano applicate per la punta massima di di "rosso" raggiunta nell'arco di un determinato periodo (generalmente il trimestre). La Cms si aggirava in media sull'1-1,2% a trimestre (che significa 4-5% annuo) e in quanto "commissione", non era calcolata tra gli interessi passivi ma si aggiungeva ad essi. Un balzello ritenuto iniquo e abolito per legge nel 2009, poi ripristinato con altri nomi e recentemente di nuovo abolita per le famiglie ma solo se il rosso è occasionale (max 7 giorni a trimestre) e limitato (max 500 euro). Il nuovo decreto cerca invece di mettere dei paletti più generali.

Tutti i costi del conto corrente

Alla luce delle regole in vigore riepiloghiamo brevemente i costi che gravano su un conto bancario.

Commissioni su operazioni. Sono i compensi per i movimenti sul conto: bonifici, Rid, domiciliazioni ecc. Le commissioni variano da conto a conto. La concorrenza spinge ormai le banche, soprattutto sui conti online, a limitarle o azzerarle.

Commissioni bancomat. Il prelievo di contante col bancomat può avere un costo, soprattutto su sportelli di altre banche. Ma anche in questo caso molti contratti non le prevedono più.

Costi di invio comunicazioni. L’invio cartaceo dell'estratto conto o delle contabili delle operazioni ha un costo. Spesso la scelta di ricevere questa documentazione via email può abbatterlo.

Conto corrente, stop alle commissioni selvagge su 'rosso' e fido. Un decreto fissa i tetti massimi

Un decreto d'urgenza stabilisce che le commissioni sullo scoperto non possono superare lo 0,5% dell'importo. Ecco tutte le spese che gravano su un conto corrente

Costi annuali. Ormai rari, sono ancora presenti su alcuni conti correnti in aggiunta agli altri costi Per questo motivo è sempre molto utile leggere i prospetti informativi e farsi spiegare tutte le condizioni di contratto prima di aprire un conto.

Spese di chiusura del conto. Sono i costi per l'estinzione del rapporto e dovrebbero essere state abolite dal decreto Bersani del 2006. Anche qui però il condizionale è d'obbligo perché alcuni istituti continuano ad applicarle in maniera illecita. In caso di controversie con la banca, su queste o altre questioni, potete rivolgervi all'arbitro bancario.

Commissione sullo scoperto. E' quella appena vista. Con la nuove norme non potrà superare lo 0,5% dell'importo del passivo.

Imposta di bollo. La manovra salva Italia ha confermato l'imposta di bollo sull'estratto conto a 34,20 euro annuali, prevedendo però un'esenzione totale per i conti con una giacenza media inferiore ai 5mila euro. Invece per i conti intestati a persone giuridiche (società) il bollo sale da 73,8 a 100 euro l'anno.
Fonte: Virgilio.it
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