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ESPOSTO CODACONS : IL DIESEL PROVOCA TUMORI AUTO DA SEQUESTRARE
"Il diesel provoca tumori, auto da sequestrare". Esposto choc di Codacons I consumatori chiedono intervento della procura dopo i dati diffusi dall'Oms "La prova inconfutabile del legame tra i gas di scarico dei motori diesel e la diffusione del cancro rende necessario un intervento straordinario da parte della Procura, a tutela della salute dei cittadini. Da qui la richiesta di sequestro dei veicoli diesel, dato che sono una fonte di morte certa". Le parole di Marco Maria Donzelli, presidente del Codacons, cadono come macigni. Il Codacons ha depositato un esposto alla Procura di Milano chiedendo il sequestro di tutti i veicoli diesel esistenti sul territorio della città di Milano e provincia. "L'associazione dei consumatori - spiega lo stesso Codacons - ha preso questa iniziativa dopo la notizia dei giorni scorsi, secondo la quale, per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i gas di scarico dei motori diesel causano certamente il tumore ai polmoni negli essere umani". Così si legge nell'esposto già depositato: "Si chiede, inoltre, che il Procuratore della Repubblica adito voglia accertare il pericolo che la libera disponibilità dei veicoli diesel possa aggravare o protrarre le conseguenze di cui in narrativa e, quindi, voglia ordinare il sequestro preventivo ex articolo 321 del codice di procedura penale di tutti i veicoli alimentati a diesel presenti sul territorio della città di Milano e provincia". L'associazione di consumatori chiede anche alla Procura di "accertare la responsabilità del sindaco pro tempore di Milano e del Presidente della Lombardia per le ipotesi di violazione di legge che si evincono in narrativa", in particolare rispetto ai reati di omissione di atti d'ufficio e getto pericoloso di cose. Fonte:virgilio.it
INAUGURATA OGGI ALLA STAZIONE CENTRALE DI NAPOLI LA 252 ^ SALA BLU IN ITALIA PER I DISABILI
Apre alla Stazione Centrale di Napoli la Sala Blu | 05 Lug 2012 | | E' stata inaugurata oggi presso la Stazione Centrale di Napoli (Piazza Garibaldi) la Sala Blu, il centro di assistenza per le persone con disabilità. Sono intervenuti: il direttore RFI di Napoli, il responsabile delle Politiche Sociali e rapporti con le associazioni di RFI Amedeo Piva, l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli Sergio D’Angelo, il Presidente del CSV Napoli Giuseppe De Stefano.
Le Sale Blu operative in un circuito di 252 stazioni offrono servizi di assistenza 24 ore su 24 alle persone che si muovono su sedia a rotelle o con difficoltà di deambulazione, alle persone non vedenti e non udenti, alle persone anziane e alle donne in gravidanza.
Gli operatori della Sala Blu assicurano:
-la disponibilità di informazioni e materiale informativo sul servizi o di assistenza -la prenotazione del servizio -l'eventuale messa a disposizione della sedia a rotelle -la guida in stazione e l'accompagnamento al treno -la guida fino all'uscita di stazione o ad altro treno coincidente -la salita e la discesa con carrelli elevatori per i clienti su sedia a rotelle -l'eventuale servizio gratuito, su richiesta, di portabagagli a mano (1 bagaglio)
La Sala Blu della stazione di Napoli è aperta tutti i giorni dalle ore 7.00 alle ore 21.00
SPENDING REVIEW ADDIO BUONI PASTO E RICORSO ALLA MOBILITA
Spending review, la ricetta di Bondi: addio buoni pasto e ricorso alla mobilità La spending review prende di mira il pubblico impiego. Dopo la riunione di ieri tra i ministri coinvolti con Mario Monti ed il commissario Enrico Bondi l'intenzione del governo pare chiara. Anzi, prende sempre più consistenza l'ipotesi che l'attacco al travet parta fin da subito (l'altra possibilità è che venga rimandato a dopo l'estate, per finire nella legge di stabilità, la vecchia Finanziaria). Nel mirino dell'ex liquidatore di Parmalat e del ministro Patroni Griffi ci sono prima di tutto i dirigenti: si sta studiando un meccanismo per ridurne il numero – obbligando con le buone e/o le cattive ad andarsene quelli che hanno più di 40 di anzianità contributiva – e si valuta anche una riduzione media degli stipendi. Non di soli dirigenti vive però l'ansia di tagli dei tecnici supportati dal tecnico (e pare proprio si debba dire "tagli orizzontali", come ai tempi del vituperato Tremonti): anche i dipendenti normali potrebbero finire sotto schiaffo con la riduzione dei buoni pasto e un ricorso più intenso alla mobilità dopo aver ridefinito le piante organiche dei vari gangli della Pubblica amministrazione. È a questo che accennava ieri il vice-ministro dell'Economia Vittorio Grilli in un convegno: "Bondi è impegnato nella ricerca e nella eliminazione degli sprechi, ma se vogliamo intervenire in maniera robusta sappiamo che questo non è sufficiente ma bisogna ridisegnare il settore pubblico e ridurne le dimensioni". Che si vada verso una stretta sugli statali, peraltro, è cosa data per certa anche dalla Cgil: "La spending review si sta trasformando nell'ennesima manovra contro il lavoro pubblico", anzi "direttamente contro le retribuzioni in essere e le future pensioni e, attraverso l'uso massiccio della speciale cassa integrazione, contro la conservazione del posto di lavoro". In sostanza, se passasse la linea dell'approvazione subito, sarebbe un anticipo di manovra correttiva in piena regola, peraltro al di fuori delle competenze assegnate al "commissario agli sprechi" dal decreto di nomina. C'è il problema, d'altra parte, che se il governo non vuole aumentare l'Iva di uno o due punti ad ottobre, deve trovare subito quasi cinque miliardi da qualche parte, visto che una cifra simile – frutto futuribile delle opere di Bondi – l'ha già destinata alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. Non basta insomma, per Monti e soci, agire solo sulla spesa per beni e servizi – 168 miliardi in tutto, 30 solo nella sanità -, sugli affitti e su una razionalizzazione delle strutture dei ministeri (che però rappresentano solo il 6 percento dell'intera macchina dello Stato): dal sistema centralizzato per gli acquisti sotto l'egida della Consip, di cui ha parlato Passera, il governo stima di ricavare 5 miliardi (almeno uno dal ministero della Salute) già quest'anno e almeno altri otto nel 2013. Da affitti e tagli ai ministeri si potranno invece spremere solo alcune decine di milioni. Come si vede, ordini di grandezza che – da soli, cioè senza la manovra correttiva sugli statali – non riescono a tenere insieme la protezione degli emiliani dal sisma e quella degli italiani dall'Iva, né tantomeno dare l'ennesimo segnale di serietà rigorista ai mercati (che peraltro se ne fregano). Per rimpinguare il bottino, alla fine, oltre alla manovra anti-statali, Bondi si sarebbe concentrato anche sulla spesa farmaceutica. Forse si potrebbero anticipare i tagli che Tremonti aveva previsto per il 2013 (un miliardo di risparmi) o – suggerisce il Terzo Polo – puntare sui farmaci monodose: "Abbatteremmo lo spreco delle medicine e costi per lo Stato da tre miliardi l'anno".
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