20/12/2006 Napoli - Divieto antismog revocato, riesplode il caos
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Stop al traffico. Contrordine, si circola. Nel giro di poche ore il livello di smog passa da drammatico (domenica il record annuale) ad accettabile (entro i limiti di legge). E il Comune fa marcia indietro. Tre righe, una laconica nota che giunge in redazione poco prima delle 13, per avvisare che due ore dopo non partirà lo stop a moto e auto. E i cittadini? Gli avvisi partono intorno alle 10 sulle paline Anm e i pannelli del Comune e dell’Arpac. Il centralino dei vigili urbani viene subissato di telefonate, chi aveva pensato di scendere senz’auto vedeva gli altri automobilisti circolare tranquillamente. Per così dire, visto che il traffico in mattinata era paralizzato. Da domani stretta ancora maggiore sulle auto non catalitiche: non potranno circolare dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18.30, fino al 30 giugno. Ieri l’assessore all’Ambiente Gennaro Nasti dava per scontato il blocco, anche davanti alle minacce di serrata dei commercianti e alle assemblee dei vigili urbani: «Non è un problema di mobilità - aveva detto l’assessore - ma sanitario. Anzi, ci dovranno dare una mano le altre forze dell’ordine». Tutto è invece rimasto lettera morta. Un dietrofront venuto dopo l’ultimatum dell’Ascom. Nasti replica così: «La decisione è dovuta solo al repentino abbassamento dello smog». La delibera quadro precisa: il blocco alle auto scatta automaticamente dopo uno sforamento in almeno due centraline e per due giorni di fila, più tre giorni di previsioni meteo negative. Il doppio sforamento si è verificato venerdì e sabato, ieri era il primo giorno utile per lo stop. La revoca contraddice la delibera, ma l’ordinanza era stata emessa. La legge formalmente è rispettata. Critiche anche da Legambiente. «La politica di lotta allo smog - dice il presidente regionale Michele Buonomo - è nelle mani del bollettino quotidiano dell’Arpac: ieri sforamenti e vai con il blocco del traffico, oggi si rientra nei parametri e si revoca il blocco». I vigili intanto erano in assemblea, indetta dal Sulpm: i caschi bianchi minacciano di astenersi dal servizio la notte di Capodanno. Ma il retroscena dell’ordinanza emessa e poi ritirata nasconde la preoccupazione del sindaco e dei suoi assessori di ripetere quanto accaduto in Toscana. Basta ascoltare il sindaco rispondere ai giornalisti: «Ragazzi qui non si scherza. Ci sono obblighi di legge, si rischia la galera. Avete visto cosa è successo al sindaco di Firenze Domenici? La legge è chiara - insiste il sindaco - quando le polveri salgono bisogna bloccare il traffico». Il giallo dell’ordinanza emessa e ritirata si è giocato, quindi, intorno a numeri e timori. Sul tavolo del sindaco e dei suoi assessori i dati sugli sforamenti. Obbligata l’ordinanza e le remore di chi voleva attendere la pioggia vengono spazzate dalla paura di ripetere quanto è accaduto a Firenze. «Del blocco ne avevamo parlato lunedì, abbiamo deciso di attendere l’ufficialità dei rilievi prima di ritirare l’ordinanza». Ma per il sindaco il dato principale è il rispetto della legge. «Non si scherza. Domenici ha ricevuto un avviso di garanzia per una situazione simile». In realtà lunedì mattina il sindaco di Firenze ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini, una fase dell’inchiesta che interessa anche il presidente della regione Toscana Claudio Martini, l’assessore all’ambiente Marino Artusa, i sindaci e gli assessori all’Ambiente di altri cinque Comuni. Sono tutti indagati in seguito agli sforamenti dei limiti di polveri sottili nel 2005. Il reato ipotizzato per tutti è il danno ambientale.
FABIO JOUAKIM SALVO SAPIO - IL MATTINO
Pubblicazione del: 09-01-2007
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