Napoli - ASIA UN COLOSSO CHE COSTA Stampa
Il sopralluogo del capo del governo ad Acerra. «Il Comune di Napoli intervenga per porre fine a questa situazione» | |
«I signori dell’Asìa a casa la domenica» | |
Duro attacco di Berlusconi all’azienda rifiuti: gli operai non lavorano nei giorni festivi | |
Differenziata, il premier esalta i sindaci dei comuni virtuosi: primo Massa Lubrense | |
Per Berlusconi, l'azienda speciale per l'igiene urbana, è «il Comune di Napoli». Dice che ha seimila dipendenti, in realtà sono 2200. Ma è l'intero sistema di raccolta dei rifiuti della città di Napoli a finire sotto accusa, e in questo caso, bisogna aggiungere i lavoratori del Bacino 5, quelli dello scandalo che continua: pagati per non lavorare. Sotto accusa, nelle parole di Berlusconi finisce così la gestione dell'azienda, anche se da poco più di tre mesi, la gestione è cambiata con l'arrivo del manager di Federambiente Daniele Fortini, nominato amministratore delegato all'inizio dello scorso mese di marzo. Dati alla mano, «non è tollerabile» che l'esercito raccolga in un giorno oltre 8mila tonnellate di rifiuti e ogni domenica invece il quantitativo di rifiuti raccolto dall'Asìa oscilli tra le tremila e le quattromila tonnellate. L'Asìa è un'azienda del Comune di Napoli. Il Comune è l'unico azionista. Nel 2007, emergenza compresa, la partecipata è costata alle casse comunali, e quindi ai cittadini, ben 54 milioni di euro. Se si sommano le spese di raccolta e smaltimento, sempre nel 2007 è costata 250 milioni. In realtà in sette anni è triplicato il costo complessivo dello smaltimento dei rifiuti. Dal 2000 al 2007 Palazzo San Giacomo ha sborsato per togliere i rifiuti dalle strade 291,5 milioni di euro. Un fiume di denaro che è all’attenzione della magistratura. L’Asìa dunque è un gigante che ingoia soldi perché non potendo effettuare lo smaltimento non può neanche candidarsi sul mercato per cercare di equilibrare il rapporto costi-servizio erogato. E finora, proprio perché era in vigore il regime commissariale non si è potuta trasformare la Tarsu, una tassa patrimoniale perché commisurata ai metri quadri, in tariffa, ovvero far pagare al cittadino-utente il servizio effettivo che riceve. Un’azienda spesso sotto tiro. Come ad esempio quando l’assessore regionale Walter Ganapini ha criticato la gestione della raccolta differenziata. Il decreto Berlusconi e il nuovo piano che sta portando avanti il sottosegretario Bertolaso aprono però nuovi scenari. La gestione dei termovalorizzatori, ad esempio. Quattro in Campania quelli previsti dal decreto. E in particolare il termovalorizzatore della città di Napoli, quello per cui il Comune ha indicato il sito di Agnano, tutt’ora al vaglio di Bertolaso. Una partita, se si aggiunge la discarica prevista nelle cave di Chiaiano, nella quale il Comune vuol essere protagonista. L’assessore Mola nei giorni scorsi lo ha riconfermato. È allo studio il modello di un azionariato: 51 per cento Comune, 49 per cento a privati cittadini per la gestione degli impianti o eventualmente dei siti. Lo stesso sindaco Rosa Iervolino ha chiesto di programmare l'inceneritore in modo da offrire vantaggi al quartiere. Primo punto è una società unica di gestione per Chiaiano e termovalorizzatore. Programmi di cui gli esponenti del Comune hanno già parlato con Bertolaso, ma prima che arrivasse ieri la stoccata di Berlusconi. Come dire: prima l’azienda va gestita in maniera manageriale, poi si potranno discutere eventuali altri scenari. p.r.
Fonte: ILMATTINO
Pubblicazione del: 02-07-2008
nella Categoria
« Precedente
Elenco
Successiva »
Titolo Precedente: NAPOLI - POLIZIA MUNICIPALE:ROMPERE CON IL PASSATO? SPERIAMO BENE.
Titolo Successivo: DOSSIER DELL'ASCOM SUL DEGRADO DI NAPOLI