VITERBO - CONDANNATO A SCUSE E A 300 EURO DI BENEFICENZA PER OFFESA A VIGILI URBANI    Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

Inveisce contro i vigili per una multa
Condannato ad una lettera di pubbliche scuse e 300 euro in beneficenza

Fotografia Inveisce contro i vigili per una multa
Per questa volta se la cava con una lettera di scuse pubbliche ed il versamento di € 300.
 
I fatti risalgono al marzo 2008. A causa della solita multa ritenuta ingiusta, un anziano viterbese si scaglia contro due Agenti della Polizia Locale (un vigile ed una vigilessa) apostrofandoli con le frasi che oramai sembrano essere diventate “di rito” quando ci si sente ingiustamente puniti perché “pizzicati” in sosta vietata.
 
Ed allora giù: “Ve dovete solo che vergognà… delinquenti… m’avete rotto li c…… è ora che la fate finita de rubbà li sordi alla gente… annate a lavorà… vergognateve… delinquenti…”.
 
Quante volte queste frasi vengono ripetute nei confronti di coloro che svolgono un lavoro così ingrato? Quel lavoro che se viene portato a termine fino in fondo e secondo le regole previste, inevitabilmente ingenera in qualcuno malumore, scontento e rabbia. Quello stesso lavoro che se non viene portato a termine per esigenze che magari possono sfuggire alla conoscenza dei più, ingenera in quel qualcuno lo stesso malumore, scontento e rabbia. Perché, se si crea una situazione di irregolarità ed i vigili non ci sono, ci si chiede: “Ma dove stanno quelli?”. Al contrario, se ci sono: “E’ sempre colpa loro! Invece di stare qui, dovrebbero andare là!”. In fondo è più facile ricordarsi ed arrabbiarsi per una multa ricevuta piuttosto che di tutte quelle da cui ci si è salvati per un pelo nonostante il nostro comportamento non fosse stato poi proprio così regolare! Facciamoci tutti un bell’esame di coscienza ed alla fine, oggettivamente, tiriamo le somme.
 
Sembra essere diventato uno sport cittadino quello di attaccare duramente e di addossare tutte le colpe a questa categoria ritenuta solo ed esclusivamente quella dei “gabellieri del Comune”. D’altronde nessuno assume una netta posizione di sostegno nei loro confronti. Anzi, a volte è capitato esattamente il contrario. Nessuno sembra tutelarli. Nessuno li difende pubblicamente.
 
Ed allora stavolta lo hanno fatto per conto loro, autonomamente, nelle sedi opportune, ripromettendosi che così sarà per future ed analoghe situazioni, oramai stanchi di subire sempre e comunque questi trattamenti che sviliscono la loro professionalità e soprattutto offendono la loro dignità personale.
 
Hanno quindi presentato querela nei confronti dell’anziano signore che di conseguenza è stato imputato per i reati previsti dal Codice Penale per, così si legge nell’Atto di Citazione a Giudizio della Procura della Repubblica di Viterbo: “… aver, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, offeso l’onore ed il decoro di…, profferendo nei suoi confronti le frasi…”.
 
Durante l’udienza svoltasi presso il Tribunale di Viterbo il 7 aprile u.s., il Giudice di Pace incaricato, ha preliminarmente cercato di far trovare l’accordo tra le parti. Alla fine, l’imputato (perché di questo si tratta visto il procedimento penale innescato dalla vicenda) ha accettato le condizioni che i due Agenti avevano avanzato per la remissione della querela: scuse pubbliche a mezzo stampa e versamento di una somma pari ad € 300.
 
Si, scuse pubbliche: intanto perché il fatto avvenne in luogo pubblico ed alla presenza di altre persone; poi per ottenere un risultato ben più importante che và al di là della mera soddisfazione personale: portare a conoscenza di tutti i cittadini, che comportarsi in quella maniera, non conviene mai, anzi, potrebbe essere negativo vista l’altissima possibilità di essere incriminati e pagare i danni oltre che gli onorari degli avvocati (ne vale la pena per una multa?). 
 
Riguardo il risarcimento monetario, gli Agenti si sono accontentati di quella esigua somma che il Giudice di Pace ha ritenuto oltremodo congrua, in considerazione anche della condizione economica del pensionato, ma hanno chiesto ed ottenuto che l’importo venisse interamente versato a loro nome, a favore della “Associazione Italiana Malattia di Alzheimer” (A.I.M.A.), in quanto erano a conoscenza che la moglie dell’anziano signore trova sostegno per il suo specifico stato di salute, presso il Centro diurno Alzheimer di Viterbo.
 
Nulla hanno voluto per se stessi rinunciando anche a costituirsi parte civile, in quanto, in questa occasione, non intendono in alcun modo lucrare su una vicenda già così spiacevole, mirando solo ed esclusivamente a far arrivare un segnale forte e chiaro a quell’opinione pubblica che troppo spesso vede l’intera categoria della Polizia Locale sotto una luce assolutamente sbagliata.

Fonte: VITERBO OGGI


Pubblicazione del: 06-06-2009
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