NUOVI PARAMETRI PER LE PENSIONI Stampa
in vigore i nuovi coefficienti
Perdite almeno del 3-4 per cento. Gli impatti saranno diversi a seconda del sistema con cui viene calcolata la propria pensione. La Cgil ha stimato che, con l'applicazione automatica dei nuovi coefficienti di calcolo del montante contributivo, chi va in pensione oggi con il sistema misto (contributivo-retributivo) perderà circa il 3-4 per cento della pensione. La perdita sarà ancora maggiore per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1 gennaio 1996.
Secondo i calcoli del sindacato, nel caso di una lavoratrice nata nel '49, impiegata con 30 anni di contributi, con l’applicazione dei nuovi coefficienti, e a parità degli altri elementi, la perdita sarebbe di 715 euro l’anno nel sistema misto e di 1.378 l’anno, nel sistema contributivo. Per questo Cgil ha chiesto di modificare i criteri di calcolo dei coefficienti di trasformazione e di applicarli "pro quota" solo sul montante contributivo dal 2010 in poi e non retroattivamente su tutti i contributi.
Le donne del pubblico. Per le dipendenti della Pubblica amministrazione, sempre a partire dal primo gennaio, l'età pensionabile passa da 60 a 61 anni. La legge è stata approvata dopo che la Corte di Giustizia Europea aveva intimato all'Italia di parificare i criteri pensionistici tra uomini e donne. Per l'Indpdap, l'Istituto di previdenza dei dipendenti pubblici, sono 3.500 le donne lavoratrici che dovranno rinviare la pensione e rimanere al lavoro in vista dell'entrata in vigore della nuova normativa. Secondo le previsioni dell'Istituto infatti, in base alla vecchia normativa avrebbero lasciato il lavoro per il raggiungimento dei requisiti di vecchiaia in 6 mila, ma dopo la 'stretta' potranno andarsene solo in 2.500.
Collaboratori e contributi. A partire dal primo gennaio poi, i parasubordinati iscritti in via esclusiva alla gestione separata dell'Inps vedranno crescere il prelievo sui compensi dal 25,72% al 26,72%. La norma è prevista dalla legge 247/2007.
Andare in pensione con le quote. A gennaio 2010, e per tutto il 2010, varrà pure il meccanismo delle quote per l’accesso al pensionamento di anzianità (introdotto dalla legge 247 del 24 dicembre del 2007) in vigore già da luglio 2009. Possono andare in pensione coloro che hanno compiuto almeno 59 anni e hanno 36 anni di contributi. Il meccanismo delle quote fa sì quindi che si può andare con 35 anni di contributi ma solo se si sono compiuti almeno i 60 anni d’età. Fino alla fine di giugno 2009, i requisiti minimi erano di 58 anni con 35 anni di contributi.
A partire dal gennaio 2011 invece, per andare in pensione di anzianità, si dovrà toccare quota “96”: ovvero potrà andarci chi avrà compiuto 60 anni di età e avrà 36 anni di contributi o 61 anni con 35 anni di contributi. Di seguito la tabella con la somma di età anagrafica e anzianità contributiva e l’età anagrafica minima secondo la legge 247 (vedi tabella).
Lo strumento interattivo. Per calcolare la data di pensionamento e l’importo della pensione netta annua (vedi dettaglio) è possibile utilizzare lo strumento del Calcola Pensione che dà la possibilità anche di scoprire quanto vale la pensione netta in termini percentuali rispetto all’ultimo stipendio netto.
Le istruzioni per l'uso. Per utilizzare il calcolatore si dovrà specificare la data di nascita, il sesso, il codice di avviamento postale, la data di inizio di iscrizione alla previdenza obbligatoria, la categoria, la professione, e il reddito annuo. E' utile precisare che, per una corretta lettura delle previsioni, l'importo del reddito da lavoro dell'anno in corso va imputato al netto di tasse e contributi. Sarà inoltre sempre l'utente a definire l'ipotesi del percorso di carriera - assestato, medio o brillante - da qui alla data di pensionamento.
Fonte: LA REPUBBLICA
Pubblicazione del: 13-01-2010
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