BRINDISI - BOMBE CONTRO SCUOLA MORTA UNA SEDICENNE Stampa
Brindisi, bombe contro scuola: morta 16enne. "E' stata una strage"
Un'altra ragazza grave. Bombole di gpl su muretto della Morvillo Falcone azionate a distanza. Inquirenti: obiettivo era istituto
Brindisi, 19 mag. (TMNews) - Tre ordigni artigianali azionati da un dispositivo a distanza, forse un telecomando, sono deflagrati sabato mattina davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, uccidendo una 16enne, Melissa Bassi, e ferendo altri ragazzi. Un'altra 16enne, Veronica Capodieci, è stata operata all'ospedale Perrino e poi trasferita al Vito Fazzi di Lecce. La giovane studentessa è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico nel quale i medici le hanno ricostruito la parete addominale e la gabbia toracica. La 16enne era accanto a Melissa al momento dell'esplosione. "Un'altra delle pazienti ricoverate è stata sottoposta a intervento chirurgico da parte degli ortopedici e dei chirurghi plastici in quanto presenta ustioni, perdita di sostanza e fratture", si legge nel bollettino medico del direttore sanitario dell'Asl Brindisi, Graziella Di Bella. Le sue condizioni sono gravi ma stabili. "Un altra paziente - ha riferito la dottoressa - è attualmente in sala operatoria per un intervento alle gambe". Sono in tutto cinque le persone ricoverate nell'ospedale Perrino. "E' stata una strage, non un atto intimidatorio. Mia figlia è una miracolata, ustionata ma viva". Così il padre di una delle ragazze rimaste ferite. "Non capisco perché hanno voluto fare del male a dei ragazzi - ha detto l'uomo - mia figlia si è salvata perché si è allontanata dal gruppo per andare a parlare con un ragazzo. E' tutta bruciata, il viso, i capelli, il corpo, le è scoppiato il telefonino in mano, ma si è salvata". Un'altra sopravvissuta e compagna di classe di Melissa ha raccontato di aver assistito alla terribile esplosione dai vetri del bar di fronte. "Ero appena entrata al bar. Non sappiamo se torniamo a scuola, senza Melissa mancherà un pezzo fondamentale della classe". I primi rilievi della scientifica e degli artificieri sul luogo dell'attentato a Brindisi hanno confermato la presenza di tre bombole di gpl nascoste forse dentro un cassonetto, che si è poi disintegrato dietro un muretto di fronte all'istituto scolastico femminile. Stando agli accertamenti, qualcuno, a cui polizia e carabinieri stanno dando la caccia, intorno alle 7:45 avrebbe spinto il tasto di un telecomando a distanza per innescare la terribile esplosione. Il movente è ancora da accertare. Questo per gli inquirenti è un dato importante: il tipo di bombole utilizzato sarebbe il segnale di un attentato premeditato in tutti i dettagli. Si voleva colpire proprio quella scuola. Importanti potrebbero essere adesso le testimonianze di chi ha assistito alla strage. Il capo dello Stato Napolitano ha espresso "partecipe vicinanza ai familiari delle vittime, ai feriti e all'intera collettività brindisina". Il ministro Cancellieri ha invitato alla prudenza sull'individuazione della matrice dell'attentato: "Non abbiamo elementi per poterlo dire con certezza, ma la tipologia dell'attentato non è tipica di un attentato di mafia. Lo Stato c'è, ed è compatto e deciso. Monti è costantemente informato, addolorato e partecipe". Orrore è stato espresso anche dal ministro Severino che ha parlato di "sofferenza vera, tragedia nazionale". Né Sacra Corona unita né la mafia siciliana "uccidono in questo modo e neanche le aree antagoniste, dalle Br a estrema destra. Nessuno si è mai spinto a questa tipologia di agguato", così il capo della polizia, Antonio Manganelli, per il quale la pista passionale "è poco verosimile". Dal canto suo, il segretario nazionale dell'associazione nazionale funzionari di polizia, Marco Letizia, ha detto che secondo lui l'esplosione risponderebbe a una "logica terroristica". "Si vuole spaventare la gente, creare disordine, alimentare incertezza e instabilità, perciò è imperativo non farsi intimorire mantenendo salda la coesione civile e democratica di questo Paese". Sono tante le ipotesi al vaglio degli investigatori. Tre le piste principali battute dagli inquirenti, la criminalità organizzata, la pista terroristica e il gesto isolato e sconsiderato di un folle. Potrebbe esserci infatti anche la criminalità organizzata dietro l'esplosione. Gli inquirenti non escludono legami con un altro attentato avvenuto a Mesagne, la notte tra il 4 e 5 maggio, quando è stata danneggiata da una bomba la macchina del presidente dell'associazione antiracket. Tra l'altro oggi era in programma a Brindisi il passaggio della carovana antimafia. Il 9 maggio la polizia sempre a Mesagne ha smantellato un'organizzazione mafiosa legata alla Sacra Corona Unita. Sedici persone sono finite in carcere per associazione mafiosa, estorsione e droga. Le indagini però sono soltanto all'inizio. Non si esclude nemmeno il gesto sconsiderato di un folle: un'azione dimostrativa premeditata per attirare l'attenzione sulla scuola e su Brindisi. In Puglia arrivano gli uomini dello Sco che aiuteranno un pool di investigatori a ricostruire la matrice di questo episodio. Rimane un fatto unico nella storia del Paese.
Pubblicazione del: 19-05-2012
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