18/3/2006 È napoletano il primo robot mangiafuoco
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Salvo Sapio Ha un cervello napoletano il robot vigile del fuoco. Agile come un felino (manco a dirlo è stato ribattezzato Robogat) sarà in grado di arrampicarsi sotto il tetto delle gallerie dove c’è un incendio, sfidare le alte temperature e spegnere il fuoco senza mettere in pericolo le vite dei vigili del fuoco in carne e ossa. Nato da uno studio della società «Robogat», presieduta da Domenico Piatti, il robot è stato realizzato in collaborazione con la «Pomigliano ambiente», la Federico II e la «Compagnia italiana impianti antincendio». L’esperienza di riferimento è quella del disastroso incendio nella galleria del Monte Bianco; la tecnologia ha consentito di realizzare un robot sofisticatissimo che potrà resistere a temperature superiori ai mille gradi grazie a una corazza in titanio e acciaio speciale. Attraverso un computer, che ne guida le manovre, Robogat entrerà nella galleria dove c’è l’incendio, rilevando campioni delle sostanze sprigionate dal fuoco. In questo modo il robot, dopo aver attivato un cannone che spara acqua, stabilirà i tempi di reazione e la tolleranza del corpo umano alle emissioni chimiche, dando informazioni ai soccorritori. Il robot ideato dall’ingegnere Piatti è un vero e proprio campionario di meraviglie tecnologiche: oltre allo scudo termico monta su di sè una telecamera e una termocamera a raggi infrarossi in grado di fendere il fumo che avvolge una galleria in fiamme. Capace di muoversi a cento chilometri all’ora, Robogat si sposterà su una monorotaia che sarà installata nelle gallerie stradali e ferroviarie. E il cervello made in Napoli sarà completamente autonomo: guidato dall’esterno quando la visibilità lo consentirà, il robot sarà capace di muoversi da solo nel buio.
IL Mattino
Pubblicazione del: 05-01-2007
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