ROMA (29 febbraio) - Lascia Milano per raggiungere Roma ed esibirsi come cantante lirica a livello amatoriale alla trasmissione "I Fatti Vostri". Fin qua nulla di strano se non fosse che la signora, dottoressa della casa di cura Città di Milano, quel giorno non era andata a lavoro presentando un certificato medico che attestava «coliche addominali». La conseguenza? Licenziata in tronco per l'allontanamento da casa per 24 ore nonostante la malattia.
Ma la Corte di Cassazione ha fatto recuperare il posto a Simona S. stabilendo che non può essere licenziato il dipendente che pratica hobby che lo portano anche fuori casa a patto che queste attività «non pregiudichino la guarigione».
Secondo l'azienda l'allontanamento da casa nel periodo di malattie e addirittura il cambio di città, da Milano a Roma, aveva contribuito ad aggravare le condizioni della dipendente e dunque era giusto licenziarla.
Per la Corte di Cassazione, invece, che ha respinto il ricorso della casa di cura, il licenziamento è illegittimo in quanto «l'esercizio di altre attività lavorative e non lavorative» nel momento in cui il dipendente è a casa in malattia, possono liberamente essere esercitate «allorché non pregiudichino la guarigione o la sua tempestività». Tra queste concessioni vi sono, elenca la Cassazione, «attività amatoriali, hobbistiche e persino sportive». Se non fosse così sarebbe lesa «la libertà di espressione dei diritti della persona».
La Cassazione ha inoltre aggiunto che «erano state predisposte tutte le cautele circa la scelta dei mezzi di trasporto a cura della Rai» e che «il viaggio in una stagione clemente e il riposo in albergo per ripartire il giorno successivo (il tutto nello spazio di 24 ore)» non aveva pregiudicato le condizioni di salute della donna.
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