Sarà un caso, ripetono a Chiaiano, ma le date per l’annuncio definitivo sull’apertura della discarica nella cava del Poligono coincide sempre con una partita decisiva della Nazionale di Donadoni. Sarà così anche per domenica prossima. A Poggio Vallesana in questi giorni, l’atmosfera è sonnacchiosa e prudente. Il presidio a Cupa del Cane è sempre lì. I gazebo pure. Per oggi, alle 19, è prevista una conferenza stampa (nella sala consiliare di Marano) dei tecnici che per conto della gente di Chiaiano e Marano partecipano agli incontri con quelli di Guido Bertolaso. Le posizioni sono sempre le stesse: questa discrica non s’ha da fare per tutta una serie di rischi ai quali sarebbe esposto chi vive nella zona. In pratica il tufo non da garanzie. «Ma anche se ci sarà l’annuncio che tutto è stato risolto» annuncia Ivo Poggiani, uno dei leader dei Comitati «non andremo a casa. La partita non si chiude unilateralmente». Ancora più preoccupata è la gente comune, le donne e le mamme della zona. La discreta, ma continua presenza, della polizia e l’arrivo, a ondate, delle telecamere dei media impensieriscono. Si teme sempre un blitz. Intanto, la mobilitazione anti-discariche si allarga nella provincia. Una marcia popolare da Acerra a Napoli per uscire dall'emergenza rifiuti in Campania. È «I 1000 del Si», l'iniziativa promossa per sabato dal coordinamento regionale rifiuti della Campania e dalla Rete Campana Salute e Ambiente. «La marcia - si legge in una nota diffusa dai promotori - vuole dimostrare che per ogni no che opponiamo a scelte sbagliate, come megadiscariche ed inceneritori, esistono tanti si a provvedimenti efficaci e ragionevoli per togliere l'immondizia dalle strade senza danneggiare ulteriormente il territorio regionale e così uscire definitivamente dall'emergenza». Tra le proposte avanzate dalle associazioni la riduzione immediata di imballaggi e monouso superflui, l'avvio della raccolta differenziata porta a porta a partire dalla separazione tra secco e umido, la realizzazione di impianti di compostaggio, la riconversione degli impianti cdr in strutture per il trattamento meccanico-biologico e la bonifica dei territori devastati dai rifiuti tossici.
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