SICUREZZA SUL LAVORO MA I SINDACATI DOVE SONO? Stampa
Il Decreto legislativo 9 Aprile 2008 n. 81 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro individua chiaramente le responsabilità che nel caso della vigilanza e della prevenzione ricadono in capo ai dirigenti e non solo, obbliga anche i dipendenti a segnalare tempestivamente le situazioni di pericolo strutturali, le deficienze dei mezzi e dei dispositivi .
Ancora una legge importante ma non dimentichiamo che a tutt'oggi i sindacati che dovrebbero lottare perchè venga rispettato lo spirito di decreti come 626/94 sono complici addirittura non facendo istituire i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in Comuni come Napoli che però, ipocritamente, spendono milioni per iniziative pubblicitarie hanno solo saputo dar vita ad iniziative pubblicitarie sulla prevenzione nei luoghi di lavoro che sembrano indirizzate solo ad altri.
"CHE I SINDACATI ESCANO ALLO SCOPERTO E CHE GLI OPERAI SIANO PIU' RESPONSABILI"
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articolo tratto da IL MATTINO:
Un padre accusa: i sindacati sono assenti
ROSA PALOMBA «La gente partecipa ma i sindacati no»: Nicola Iacomino in queste ore è in un letto d’ospedale, ma con la moglie Cecilia non si arrende e sta già organizzando una nuova fiaccolata. Il 4 ottobre 2005 è morto suo figlio Francesco, 32 anni, padre da qualche mese. Nel giorno del suo onomastico, il saldatore specializzato precipitò al suolo mentre ristrutturava una palazzina di Ercolano per conto di una ditta in subappalto. Signor Nicola, nel 2007 si è incontrato con il presidente Napolitano. Come mai? «Da giovani militammo nello stesso partito, non abbiamo mai perso i contatti e io dovevo fargli una proposta». Cosa ha detto al capo dello Stato? «Sono un vecchio fabbro che lavorando perse una gamba, ho frequentato fino alla quinta elementare e ancora me ne rammarico, ma conosco bene il lavoro duro e so quanti rischi ci sono. Al presidente della Repubblica ho detto che in materia di sicurezza sul lavoro non basta stanziare fondi in Finanziaria. Piuttosto, è necessario che i sindacati escano allo scoperto e che gli operai siano più responsabili». In che senso? «L’operaio si espone in prima persona, è l’unico a sapere se un macchinario funziona, se un cantiere è a norma, è il primo a rischiare la vita: deve quindi avere la possibilità di denunciare gli abusi e di essere protetto. Per questo, deve avere più potere e meno paura del licenziamento: questo può accadere solo se i lavoratori si sentono protetti, e non solo da caschi e scarpe antiscivolo, ma dai sindacati». Il 4 ottobre lei organizza una fiaccolata in memoria di suo figlio. «Questa volta vorrei che la cosa avesse più rilievo. Vorrei che partecipassero politici, imprenditori, sindacati e che in prima fila ci fossero i familiari delle vittime dei cantier, che arrivassero a Ercolano da tutta Italia». Quanto guadagnava suo figlio? «Circa quattrocento euro alla settimana per diverse ore al giorno. Mio figlio lavorava sempre al Nord, ma poi diventò padre e non volle più allontanarsi da casa».
Fonte: IL MATTINO
Pubblicazione del: 14-07-2008
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