NAPOLI LA CAPITALE DEGLI SPRECHI   Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

Se la macchina amministrativa di Napoli fosse gestita con gli standard qualitativi di Roma, Torino o Venezia, il Comune risparmierebbe 220 milioni di euro all’anno. Una cifra record, che potrebbe essere utilizzata per offrire servizi migliori ai cittadini partenopei. L’analisi impietosa, che fa di Napoli la capitale degli sprechi, è contenuta nel rapporto elaborato dal Politecnico di Milano per la fondazione Civicum e relativo al bilancio 2007 di 23 grandi Comuni italiani. Con un esborso di 2.294 euro l’anno per ogni cittadino, il capoluogo campano è il terzo Comune nella graduatoria della spesa pro-capite, dopo i 2.497 euro di Venezia e 2.387 di Trento. Un’alta percentuale di questa somma, il 34% (pari a 790 euro l’anno), non è destinata alle spese correnti, ma agli investimenti. E i restanti 1.504 euro? In tutti i Comuni analizzati, la prima voce di spesa, con una media del 26%, è l’auto-amministrazione, cioè la gestione della macchina comunale. Una quota che però nel caso di Napoli schizza al 36%, ben dieci punti percentuali sopra la media. Complessivamente, nel 2007 Palazzo San Giacomo ha speso 531 milioni di euro per l’auto-amministrazione, cioè 546 euro per ogni abitante. Una somma che, come se non bastasse, è aumentata dell’8% tra il 2006 e il 2007. Nella graduatoria delle spese di auto-amministrazione, il Comune partenopeo è superato soltanto da quello di Palermo, che destina al proprio funzionamento il 39% delle risorse. Ma ciò non basta a evitare a Napoli la maglia nera di Comune più sprecone d’Italia: se infatti il capoluogo campano si fosse adeguato ai migliori criteri di gestione della macchina amministrativa individuati dall’indagine Civicum, cioè quelli adottati dai Comuni di Roma, Torino e Venezia, avrebbe avuto in cassa 220 milioni di euro in più nel solo 2007. Una somma enorme, che da sola rappresenta il 31% del risparmio potenziale (703 milioni di euro) che i Comuni avrebbero potuto garantirsi complessivamente se si fossero comportati in modo virtuoso. Nel podio dei Comuni spreconi, Napoli è seguita da Palermo, che avrebbe potuto economizzare 136 milioni di euro, e da Milano (89 milioni). Ma quali sono, oltre all’auto-amministrazione, le voci principali di spesa del Comune di Napoli secondo la ricerca Civicum? Sempre con riferimento al 2007, Palazzo San Giacomo ha destinato al territorio e all’ambiente 346 euro per ogni abitante (pari al 23% del totale). Per la viabilità e i trasporti sono stati spesi 231 euro pro capite (15%), per il settore sociale 153 euro (10%). Pur con l’avvertimento che in generale i Comuni del Sud, a differenza di quelli del Nord, riconoscono una bassa priorità all’istruzione e alla cultura, sorprende lo spazio particolarmente ristretto che le casse del Comune di Napoli riservano a questi due settori: il capoluogo campano ha speso infatti 96 euro a cittadino per l’istruzione (il 6% delle spese complessive, contro, ad esempio, il 12% di Roma e Milano e il 15% di Torino) e 20 euro pro capite per la cultura (l’1% del totale, contro il 4% di Roma, Milano e Firenze).

Fonte: IL MATTINO -  MARCO TORIELLO

Pubblicazione del: 16-01-2009
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