Il processo diventa telematico Stampa
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Notifiche più veloci, procedure più snelle e chili di carta in meno. Sono questi i vantaggi del "processo telematico", la digitalizzazione della giustizia partita in via sperimentale a Genova tre anni fa e oggi diventata una realtà da implementare ed estendere a un numero crescente di parti del giudizio e a sempre più città italiane. Se ne è parlato oggi a Genova nel convegno "Il processo telematico: una grande opportunità per il futuro della giustizia", organizzato dall'Ordine degli Avvocati di Genova. All'appuntamento ha partecipato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, al quale sono stati presentati vantaggi e limiti riscontrati nel corso della sperimentazione. Ma in che cosa consiste questa innovazione? Il "processo telematico" non significa introduzione di un nuovo rito speciale nel nostro ordinamento ma semplificazione, attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie, di numerosi adempimenti che oggi gli operatori del diritto sono costretti a porre in essere fisicamente, spesso dovendosi spostare da un ufficio all'altro, con dispendio di tempo e di risorse che sicuramente potrebbero essere impiegate in attività più qualificanti e più consone alla professionalità degli stessi operatori. Il "processo telematico" è per ora previsto unicamente per il processo civile e consentirà agli avvocati di consultare telematicamente il fascicolo di cancelleria, di depositare memorie e documenti senza doversi recare in tribunale, di avvalersi di nuove tecnologie per notificare gli atti alle controparti, nonché di accedere alla banche dati dei singoli uffici giudiziari per la consultazione delle sentenze emesse, con un consistente risparmio di tempo e di denaro pubblico. In concreto gli strumenti con i quali gli operatori del settore nelle sedi prescelta stanno imparando a lavorare quotidianamente, nei tribunali dove è attiva la sperimentazione, sono soprattutto la firma digitale e la posta elettronica certificata. A Genova, prima città pilota italiana, sono già 200 gli avvocati che hanno partecipato ad appositi corsi di formazione, con risultati davvero incoraggianti. Se il primo decreto ingiuntivo ottenuto via cavo ha impiegato solo 88 minuti nel febbraio 2006 a passare dall'ufficio del giudice civile a quello dell'avvocato che l'aveva richiesto, oggi nel settore del recupero crediti si è già ottenuta una riduzione di tempi molto significativa, da 40 giorni a 48 ore. Presto la stessa efficienza potrà essere raggiunta anche nel settore della procedura fallimentare e delle procedure esecutive concorsuali, seconda area investita dalla sperimentazione. "Attenzione, però - avverte Luciano Di Noto, procuratore generale presso la Corte d'Appello di Genova - se può essere utile snellire alcune procedure soprattutto nel civile, e forse in futuro nel penale, nulla potrà andare ad accorciare i tempi di decisione del giudice e del pm". Il tribunale di Genova è insieme a quelli di Bari, Bergamo, Bologna, Catania, Genova, Lamezia Terme e Padova, e più recentemente, tra gli altri, quelli di Milano, Torino, Brescia, Monza e Bologna, sede sperimentale del programma "Processo telematico". Nel corso del convegno dedicato all'argomento, Vittorio Frascherelli, presidente del Tribunale di Genova, ha chiesto al Guardasigilli un sostegno concreto per permettere alla sede scelta come capofila di "pilotare" davvero il progetto, superando le difficoltà croniche che affliggono l'amministrazione della giustizia, almeno a livello locale. Per gli avvocati genovesi il Ministero dovrebbe ampliare i finanziamenti al progetto per permetterne un'estensione soprattutto in ragione dei successi ottenuti negli ultimi tre anni. Fonte: helpconsumatori |
Pubblicazione del: 20-03-2009
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