NAPOLI - COLPEVOLI DI CONCUSSIONE? MA NON I LORO FAMILIARI Stampa
Condividiamo la giusta puntualizzazione del Comandante che evidenzia che episodi del genere sono accaduti e accadono nei carabinieri (come d'altronde, ricordiamo, in tutti i mestieri e città).
Abbiamo deciso che per dovere di informazione era giusto riportare questa notizia sostituendo, però, i nomi dei due operatori (riportati integralmente negli articoli) per rispetto alle loro famiglie che (vera o falsa sia la loro colpevolezza) non è giusto che debbano essere "coinvolti".
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Sementa: ora scoveremo anche chi fa consulenze
«Gente poco leale che sporca la nostra divisa. Ma li scoveremo tutti, uno ad uno», dice il comandante Luigi Sementa che giura di voler andare avanti colpendo anche altri fenomeni di cui i vigili non possono certo andar fieri. A cosa si riferisce? «Qualche agente, ho saputo, accetta e svolge, fuori l’orario d’ufficio, incarichi di consulenza per studi e cantieri. Non è solo un caso di doppio lavoro ma anche una pratica scorretta perché si tratta delle stesse persone che devono fare i controlli, non aiutare ad aggirarli». Due vigili infedeli, le dispiace? «Certamente ma in tutte le forze di polizia esistono le mele marce: basta scovarli. Ricordo che da carabiniere arrestai 6 colleghi che prendevano soldi per non controllare i videopoker». Ci saranno altre verifiche sui cantieri? «Cominceremo da quelli controllati dai due vigili arrestati per verificare se si siano resi responsabili di analoghi episodi di corruzione. Comunque gli arresti sono scattati perché il professionista ha denunciato la richiesta ai nostri uffici. Spero che altri seguano il suo esempio e mi contattino: io sono sempre disponibile». ad. pa.
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Tangente al cantiere, arrestati due vigili
Piazza Dante, ottocento euro «per evitare problemi». Disarmati e portati in caserma dal comandante
ADOLFO PAPPALARDO Ad arrestare i due vigili corrotti è stato direttamente il loro comandante: Luigi Sementa a piazza Dante li ha disarmati, non appena hanno intascato una tangente per evitare problemi a un piccolo cantiere edilizio, presi sottobraccio e accompagnati a piedi alla caserma Pastrengo. I due caschi bianchi infedeli quasi hanno pensato a uno scherzo, poi hanno provato a negare pure quegli 800 euro fotocopiati il giorno prima dagli inquirenti. Che tutto era finito, l’hanno capito solamente quando i carabinieri hanno proceduto con le foto segnaletiche prima di trasferirli nel carcere di Poggioreale con l’accusa di concussione in concorso. E ora il comando di via De Giaxa sta procedendo a ritroso per risalire a tutti i controlli fatti dai due arrestati nei mesi scorsi: contatteranno i vari direttori dei lavori per verificare se siano state richieste altre somme di denaro per chiudere un occhio. La storia inizia un paio di settimane fa quando xxxxxxxx (59 anni) e xxxxxx (48 anni), rispettivamente assistente capo e tenente in servizio presso la V sezione, si presentano presso un cantiere alle spalle della metropolitana di piazza Cavour, dove sono in corso alcuni lavori di ristrutturazione in un appartamento all’ultimo piano di vico Gagliardi. Progetti per rifare i vecchi solai, permessi e dichiarazione di inizio lavori. Tutto è in regola ma i due vigili (in passato in servizio all’antiabusivismo prima che il settore fosse sciolto proprio da Sementa), senza troppi giri di parole, fanno capire al direttore dei lavori, un architetto, che gradirebbero un «pensierino» o altrimenti faranno saltare fuori un’irregolarità. La materia i due vigili la conoscono bene e l’architetto sa come vanno queste cose: non ci vuole molto a far scattare una contestazione che ti blocchi il cantiere per mesi. Si mostra accondiscendente alla richiesta ma, contestualmente, si mette in contatto con i vertici dei caschi bianchi per denunciare tutto. È direttamente il generale Sementa, un passato nei vertici operativi dei carabinieri, a organizzare la trappola. Telefonate registrate prima di tutto, compresa quella con cui l’architetto si mette d’accordo con il vigile più anziano sulla somma e sul luogo dello scambio che, paradossalmente, è l’ingresso dei loro uffici a piazza Dante. Lo scambio, insomma, ha il sapore della beffa perché deve avvenire sotto il naso dei colleghi. L’incontro è fissato per ieri mattina alle 9 e il tecnico deve presentarsi con 800 euro, di varo taglio, infilati in un settimanale. Tutto segnato e fotocopiato dal nucleo investigativo dei carabinieri su delega della sezione reati contro la pubblica amministrazione. Sono precisi i vigili infedeli. I due, in borghese, fanno aspettare il tecnico appena cinque minuti. Un saluto e la rivista che passa dalla borsa dell’architetto a quella di Vitrone. Bloccato il terzetto, scatta l’arresto in flagranza per i due vigili che fanno finta di nulla. Anche quando saltano fuori i soldi. xxxxxxxx, quello che dagli atti sembra l’organizzatore, continua a negare sino all’ingresso della Pastrengo: «Comanda’, ma io che ne sapevo cosa c’era nel giornale?».
Fonte: IL MATTINO
Pubblicazione del: 04-07-2009
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